Serie A

Cely Gayardo: “Confinamento? Esercizio di lentezza e pazienza”

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Seconda settimana di confinamento quasi archiviata e l’Italia ha riscoperto un popolo di cuochi, musicisti, lettori e atleti.
Tra questi ultimi, c’è chi atleta lo è davvero ed ora si trova impossibilitato allo svolgimento del proprio lavoro, costretto da una ridotta libertà di movimento a impegnarsi come può per non  compromettere il mantenimento della condizione di sportivo professionista.
Sebbene sia ancora lontano il riconoscimento dello status di professionista per i giocatori di calcio a 5, all’atto pratico però è richiesto il medesimo impegno dei colleghi più noti.
A raccontarci come vive un atleta di alto profilo la condizione di isolamento forzato, ci pensa Cely Gayardo: “Esercizio della lentezza e della pazienza. Ecco quali sono le qualità sulle quali siamo chiamati a lavorare maggiormente in queste settimane. Costretti in casa, abbiamo dovuto reinventare una realtà alla quale non eravamo più abituate: la dimensione casalinga. Sempre impegnate tra allenamenti e partite, trovarsi improvvisamente con così tanto tempo a disposizione suscita sensazioni contrastati: se da un lato abbiamo l’occasione di dedicarci a tutte quelle passioni che trovano poco spazio durante il campionato, dall’altro ci manca il campo, il futsal, il ritmo quotidiano con il quale questa disciplina scandisce le nostre giornate.
Se è strano stare a casa, ancora più strano è il mondo senza sport. Nessuna partita da seguire in TV, niente calcio, basket, formula uno. Una sensazione di vuoto con cui è difficile fare i conti”. Con la sospensione di tutte le attività sportive, si sta però affacciando al grande pubblico il mondo degli e-sport, discipline virtuali giocate sul filo dei bit. “Lo sport deve crearsi un’alternativa e credo che dare spazio dalla versione digitale delle varie discipline possa rappresentare una risposta al desiderio di sport che comunque tutti sentiamo“.
Lo sa bene Cely che, con il suo alter-ego digitale, fa parte di una delle squadre iscritte al campionato di Fifa Volta League targato AGS: “Premettendo che sono la persona più ignorante del mondo in fatto di videogiochi, quando ho scoperto di essere una giocatrice di FIFA e di far parte di una squadra nata grazie alla vostra iniziativa, mi sono sentita molto lusingata. Ogni volta che condivido nelle storie di Instagram i miei gol digitali, dal Brasile arrivano tanti messaggi. C’è chi è incuriosito e addirittura qualcuno che voleva comprarsi il gioco. So che inizialmente la mia squadra, l’Ancona – guidata da Flavio Coccia (n.d.r.) – nonostante fosse composta da grandi nomi, faticava nei risultati. Nel mercato di riparazione, grazie all’arrivo di Valeria Shmidt, le cose sono molto migliorate e abbiamo ingranato la marcia. Ringrazio il mister per la fiducia” scherza Cely. “Devo riconoscere che l’idea di un campionato virtuale nel quale le protagoniste siamo noi, le giocatrici del futsal femminile italiano, è meravigliosa e ci fa sentire importanti ed apprezzate.”

Cambiando le abitudini con il conseguente stravolgimento dei ritmi, la giornata di Cely, Leticia e Bruninha, coinquiline, si dipana tra esercizi, letture e film: “Da due settimane a questa parte la nostra giornata tipo è strutturata pressapoco cosi: sveglia, lenta colazione, aggiornamento sulle ultime notizie riguardanti l’andamento della pandemia, soprattutto in Brasile dove ho i miei cari, allenamento, pranzo, tempo dedicato alla lettura o alla visione di film e serie tv, chiamiamo amici e parenti arrivando così a ora di cena e concludendo la giornata dedicando di nuovo il tempo alla lettura o al cinema. Nella prima settimana ci sentivamo molto attive e propositive, ora devo ammettere che è più dura e avvertiamo il peso di non poterci muovere“. All’insofferenza di dover rimanere confinate in casa, si aggiunge la preoccupazione per il futuro non tanto della disciplina, ma della vita come ce la ricordiamo: “Seguiamo pedissequamente le notizie provenienti dal mondo e gli aggiornamenti sui numeri della pandemia. Siamo angosciate. L’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare è rimanere qui, a casa, essere responsabili al fine di non creare situazioni spiacevoli e far correre ulteriori rischi alla popolazione. Per questo motivo, se anche la società mi comunicasse la possibilità di tornare a casa,  personalmente sceglierei di non rientrare in Brasile. Costituirei un pericolo per i miei cari e per la comunità.” Ben diversa è la situazione nel Paese verdeoro: “In Brasile purtroppo il nostro presidente non ha compreso la portata e la gravità di questo virus, non considera le conseguenze che la libera circolazione delle persone potrà avere. Il governo centrale non ha dettato nessuna regola, anzi ha sminuito la situazione fin dall’inizio. All’interno del Paese, ogni regione si è autoregolata in base a ciò che ha ritenuto più opportuno. Per quel che riguarda la mia famiglia, i miei genitori e le mie sorelle sono ben coscienti della gravità della situazione e stanno vivendo il confinamento con grande senso di responsabilità“.

Con questo quadro situazionale mondiale, il futuro del campionato e del futsal intero assume contorni indefiniti e fumosi, alimentati dall’incertezza verso quello che sarà: “Il mio desiderio è che si possa tornare in campo il prima possibile. Non solo perché voglio tornare a giocare per svolgere il mio lavoro e concludere il campionato. Vorrei poterlo fare perché questo significherebbe un rientro dell’emergenza, un progressivo ritorno alla normalità.
Se questo scenario non dovesse verificarsi vorrà dire che non avremo la possibilità di rientrare in campo. Tuttavia è difficile fare previsioni in questo momento. Dobbiamo aspettare con pazienza, continuando ad allenarci al meglio delle nostre possibilità, mantenendo salda la speranza nel futuro ma con la consapevolezza che nulla sarà più come prima.

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