Serie A

Nanà, secondo sì al Montesilvano: “Felice come una bambina”

Nanà
E’ Fernanda Borzuk – per tutti Nanà – il regalo di Natale del Montesilvano ai propri tifosi. Il pivot ex Falconara torna a vestire la maglia biancazzurra con la quale ha già vinto lo Scudetto nel 2015/2016 e lo fa con un entusiasmo addirittura superiore al primo sì.
“La vita è sorprendente. Ho fatto altre esperienze, ma quando il Montesilvano mi ha contattata, non ci ho pensato su due volte perché qui ho vissuto una bella storia e ho pensato: perché non ripeterla? Anche se inizierò un po’ in ritardo a causa di un problemino fisico, sto già lavorando per farmi trovare al meglio”.
Anche perché stare senza futsal, fino ad oggi, è stata una vera e propria sofferenza.
“Non giocare mi fa male, mi è mancato da morire. Pensa che non andavo a vedere le partite e avevo detto a Massi (Bellarte, n.d.c.) che non sarei andata neanche alle sue. Mi stavo reinventando come donna di casa e soprattutto Dj, un hobby che mi sta prendendo tantissimo”.

Nanà con la maglia del Montesilvano durante la finale scudetto vinta contro l'Isolotto

Nanà con la maglia del Montesilvano durante la finale scudetto vinta contro l’Isolotto

Solo per le biancazzurre ha fatto un’eccezione.
“Sì, ma con grande sforzo. Dagli spalti del PalaRigopiano ho visto che mi aspettano tante cose buone. Mi sento euforica come una bambina che riceve in dono una caramella. E’ una squadra che gioca per il gruppo, il suo punto di forza assoluto, e poi ha giocatrici eccellenti e grande esperienza: ognuna aiuta l’altra, sia in attacco che in difesa. Giocare in un contesto del genere sarà gratificante”.
Nanà di nuovo in campo partendo dalla terza piazza e Bellarte al comando della classifica di Serie A con l’Acqua&Sapone, dopo aver conquistato lo Scudetto nel femminile con la Salinis.
“Vincere contemporaneamente sarebbe meraviglioso, no? Certo è ancora molto presto per parlare di trofei, ma – se fino a pochi giorni fa sarebbe stato impossibile anche immaginarlo – ora, invece, posso almeno iniziare a sognarlo”.
E insieme a mamma Nanà e papà Massi, anche Samu sta imparando a sognare.
“Gli dico sempre di non fare portiere perché è un ruolo in cui si soffre – ride. – Scherzi a parte, ha un buon tiro e un buon colpo di testa. Chissà che non diventi un bravo attaccante…”. Pronti a scommettere anche su di lui.
Ufficio Stampa
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