Nazionale

Approvato l’emendamento che apre le porte al professionismo

Dopo i Mondiali qualcosa si è mosso. Dopo il famoso discorso di Sara Gama davanti al Presidente della Repubblica Mattarella è stato impossibile far finta di niente e adesso il dilettantismo potrebbe avere i giorni contati.

L’emendamento alla Manovra approvato ieri in Commissione Bilancio al Senato, infatti, equipara le sportive ai loro colleghi maschi dal punto di vista contrattuale, estendendo a tutti le tutele previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo. Un passo importante che servirà – tra le altre cose – a promuovere il professionismo nello sport femminile introducendo un esonero contributivo al 100% per tre anni a favore delle società sportive femminili che stipuleranno con le atlete contratti di lavoro sportivo.

Venti milioni stanziati per i prossimi tre anni e contributi a carico dello Stato fino a un massimo di 8 mila euro a stagione, corrispondenti a un lordo di 30 mila euro (il massimo degli stipendi in Italia).

L’emendamento riguarda in particolare quegli sport di squadra (calcio, basket, volley e rugby) in cui la differenza con l’estero – in cui le altete sono professioniste – spiccano maggiormente: basti pensata, ad esempio, che al Mondiale di Francia, le italiane erano le uniche, tra le prime 8 squadre, a non avere un sistema professionistico nazionale. Su questo si è battuta a lungo il capitano, Sara Gama.
“Di fatto oggi in Italia c’è una discriminazione di genere che non permette a nessuna atleta di essere professionista. La gente non sa che noi siamo dilettanti in Italia. Non si può continuare così, ma non vogliamo affossare il sistema proprio adesso che iniziamo a divertirci. Però io a 30 anni non ho i contributi, se non quelli che mi sono stati versati quando giocavo in Francia e non ho tutele assicurative”.

Tutto ciò potrebbe cambiare davvero, la legge è avviata. Ma la palla passa ora alle Federazioni, che dovranno deliberare lo status giuridico delle proprie tesserate e stabilire, quindi, se il tanto agognato passaggio al professionismo avverrà o meno. La strada, insomma, è ancora lunga e Gama lo sa bene.

“Siamo professioniste oggi dopo questo? No. E’ l’inizio di una partita che va giocata con nuovi inserimenti e vinta? Sì  – è il suo commento su Twitter -. E’ nelle Federazioni che si decide in merito allo status delle atlete e così sarà in Figc, dove discuteremo assieme ai nostri club. Troviamo insieme la via migliore per un obiettivo che oggi è più vicino”. Ma non ancora raggiunto.

Foto: Twitter Quirinale

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