La convincente prestazione contro il Grisignano e i conseguenti tre punti in classifica, hanno permesso al Futsal Femminile Cagliari di riscattare la meno brillante prova casalinga contro il Ragusa, nella quale le isolane hanno acciuffato un pareggio negli ultimi secondi dopo aver condotto i giochi per buona parte dell’incontro.
“Quella di Ragusa è stata una partita per lunghi tratti dominata ma come spesso ci accade, nel momento di difficoltà perdiamo di vista il nostro gioco e quello che proviamo in settimana, pensiamo che ognuna di noi possa risolvere la partita da sola ma così ci vorrebbero 4 palloni in campo”, torna così a commentare Carolina Vargiu che però è sicura: “Se questo è vero, è vero anche che impegnandoci al massimo in allenamento è possibile risolvere tutto“.
A corroborare il pensiero della giocatrice cagliaritana è arrivata proprio la prestazione di domenica contro il Grisignano, partita nella quale sono stati ben 9 i gol segnati dalle rossoblu:
“Con il Grisignano abbiamo fatto la gara perfetta. Non abbiamo mai smesso di giocare, di costruire e di provare a segnare mantenendo un atteggiamento aggressivo e rimanendo concentrate fino alla fine. Questo è quello che dovremmo fare in ogni partita. Solo così avremo l’opportunità di crescere, conquistare punti importanti e dare la possibilità anche alle nostre giovani di fare esperienza. In rosa abbiamo giocatrici giovani e capaci come Anna Congiu ad esempio, che solo entrando nelle rotazioni e accumulando minuti di gioco, potranno portare avanti non solo questa squadra, ma questa disciplina. Credo che a volte, chi ha la l’onore e l’onere di giocare molto dovrebbe pensare anche a queste opportunità.”
Domenica sarà la Florentia, priva di Marta, a far visita alle cagliaritane e come è facile aspettarsi, l’obiettivo resta uno solo: “Non ci possiamo nascondere, dobbiamo vincere, a prescindere dal fatto che manchi questa o quell’altra giocatrice a noi o alle nostre avversarie. Si apre un mese di partite indubbiamente stimolanti ma difficilissime: Florentia, Statte, Montesilvano e Salinis. Secondo il mio punto di vista abbiamo tutte le carte in regola per poterle vincere tutte giocando di squadra ma, come abbiamo visto contro il Ragusa, siamo anche capaci di gettare al vento il nostro lavoro e la nostra passione. Allenamento, concentrazione e fiducia nella squadra sono le chiavi per affrontare ogni partita nel migliore dei modi“.
Non usa mezzi termini Carolina, risoluta in campo così come nella vita. Per lei questa disciplina è una passione, una di quelle che “non ti concede il tempo e lo spazio per molto altro. Non la vedo come un lavoro, anche se impegna gran parte delle mie giornate e delle mie energie prendendosi buona parte del tempo libero a disposizione fuori dal lavoro. Quando non giochiamo mi piace salire sul primo aereo verso Torino per poter vedere la mia Juve, un’altra delle mie grandi passioni assieme alla corsa che, sono sicura, sarà lo sport che praticherò al termine della mia carriera di calcettista. Non credo manchi molto a dir la verità – confessa la numero 4 – e il mio sogno è quello di poter correre e terminare una maratona una volta appesi gli scarpini al chiodo“.
Un futuro prossimo lontano dai campi quello che Carolina vede davanti a se: “Mi sono accorta di avere un carattere incompatibile con alcuni meccanismi e situazioni che questa disciplina propone. Non conosco mezze misure o sfumature di colore. Per me è tutto o bianco o nero, un po’ come la maglia della Juve. Mi piacerebbe tanto diventare allenatrice, ma ho la sensazione che questo sarà un percorso che non intraprenderò. Sono sicura che il Cagliari invece continuerà a fare bene in questo movimento grazie ad uno staff tecnico molto preparato. Quello che ci manca e da questo punto di vista non siamo purtroppo sole, è avere delle basi solide per poter progettare l’attività agonistica e mi riferisco, ad esempio, alla possibilità di avere una “casa sportiva”, un palazzetto che permetta di svolgere le attività in maniera regolare. Molto spesso ci troviamo nella necessità di dover trovare strutture che ci ospitino perché il PalaConi è impegnato con altri eventi o manifestazioni.”
In chiusura di intervista non potevamo che chiedere a Carolina quali sono, se ci sono, le giocatrici alle quali ruberebbe caratteristiche di gioco ed abilità: “Ho avuto, ed ho ancora, la possibilità di giocare ad alto livello con giocatrici fortissime: Tainà Santos ad esempio, anche se caratterialmente non siamo compatibili, ha un dribbling e un tiro eccezionali. Se devo però dirti chi vorrei essere nella mia prossima vita sportiva non ho dubbi: Peque! Secondo me è la giocatrice più forte. Per lei il gioco è naturale, a guardarla giocare sembra che sia tutto facile invece è dotata di grande tecnica individuale, visione di gioco ed intelligenza tattica. Arriva letteralmente dove un normale essere umano non potrebbe.”