Finora ha stretto i denti incassando i colpi delle squadre più blasonate, ma ora il Real Grisignano traccia una netta linea di separazione e si prepara a ripartire. Quel che è stato è stato, mentre presente e futuro sono da scrivere: fiducia è la prima parola sulla pagina bianca della sesta giornata alle porte. E a metterla nera su bianco è Adelaide Famà.
IN CERCA DELLA SVOLTA “I risultati dell’ultimo periodo sono stati pesanti, ma non dobbiamo assolutamente abbatterci perché abbiamo incontrato avversarie con obiettivi ben diversi rispetto ai nostri. Il nostro campionato parte in casa contro il Cagliari, è lì che deve iniziare la nostra svolta, con la speranza di essere al completo per quando le rossoblu arriveranno”.
Di Pinto Pias, Bisognin e Salinetti le assenze che hanno pesato sul secondo tempo di Pescara, nonostante le ottime parate di Famà.
“Cerco di dare sempre il massimo: sicuramente c’è ancora tanto da fare, ma quest’anno ho la fortuna di lavorare di nuovo con Roberto Lunardon e so che questo mi aiuterà tanto. La Nazionale? Credo sia nella testa di ogni giocatrice italiana”, sorride prima di tornare a concentrarsi sull’impegno contro un Cagliari fermato sul pari dal Ragusa nel posticipo di lunedì. “So che 4 delle 5 reti realizzate dalle siciliane portano la firma della mia ex compagna di squadre Rebe, perciò sono molto felice per lei e spero in una prestazione altrettanto positiva da parte nostra: se giocheremo insieme e resteremo unite, riusciremo sicuramente a fare bene”.
FAMA’ SI E’ TAGLIATA I CAPELLI Una classica intervista finirebbe qui, ma – non so neanche per quale motivo – colgo l’assist del suo addetto stampa che mi gira una bella foto di Famà corredata da una frase senza senso apparente: “Si è tagliata i capelli”. E allora le chiedo come mai e con un po’ di insistenza riesco a farglielo dire: è un gesto che compie ogni 3-4 anni. Aspetta con pazienza che crescano, e poi zac, li taglia e li spedisce fino in Ohio, dove un’associazione benefica ne farà parrucche per bambini malati di cancro.
“Aiutare qualcuno che ti sta vicino è facile – mi spiega con semplicità – invece io avvertivo il forte desiderio di fare qualcosa per qualcuno dall’altra parte del mondo. Ma a 20 anni e senza tanti soldi in tasca, cosa avrei potuto fare? Così ho pensato a qualcosa che fosse già mio, da donare agli altri. Quest’anno vorrei farlo in Italia”.
Ascolto a bocca aperta e non riesco ad aggiungere più nulla. Grazie Adelaide e grazie Enrico, senza di voi questa storia non sarebbe stata scritta.
