Federica prende troppi caffè, qualcuno ci offre una colazione doppia nel senso di due volte e ci ritroviamo con quattro amici al bar.
L’anticipo di campionato e si sale a Falconara così possiamo salutare con qualche abbraccio in più le amiche di una vita spesa inseguendo un pallone.
Scopro che c’è chi fa una giocata solo quando sente di poterla fare e chi è cresciuta un po’ come me, vicino ad una base miliare o proprio dentro.
C’è chi gioca e chi calca il campo, ci sono quelli che vengono per lasciare un segno e quelli che un segno se lo fanno lasciare direttamente in faccia.
Ecco nel futsal femminile festeggiare un gol è ancora qualcosa di poco “spettacolare”, niente di originale davvero.
Il giorno che riuscirete a mettervi come lui in posa con un sorriso per i fotografi mentre segnate volando a mezz’aria, allora forse avrete imparato. Brandon Lloyd uno di noi.
https://twitter.com/Patriots/status/1177374297469399045
Sabato è anche College Football almeno fino a quando Babbo Natale farà la sua comparsa, io cerco di farmene una ragione e nel mentre c’è qualcuno che fa la maglia.
College football is ELECTRIC ⚡️ pic.twitter.com/eDM6PJOedY
— ESPN (@espn) October 5, 2019
Ci sono i loghi nuovi, quelli vecchi e quelli dei Florida Gators che al posto del solito alligatore sul casco hanno messo una F, c’è chi dice che ora il lettering sta prendendo il sopravvento e per la settimana in cui si indossano le uniformi “retrò” loro tornano davvero al passato
https://twitter.com/agentshep/status/1180825966941265922
Se non avete idea di cosa sia “The Swamp” durante uno di quelli che chiamano “rivarly game” che è tipo dire “derby” ma molto di più eccovi accontentati
A lot of happy #Gators after this win. pic.twitter.com/NCt4ZjmHGY
— Zach Abolverdi (@ZachAbolverdi) October 5, 2019
Ma questa è anche la storia di Kyle Trask, il quarterback dei Gators per questa partita. Il ragazzo non è mai partito titolare, nemmeno alle superiori, vuoi per la sfiga e vuoi perché aveva davanti un fenomeno che poi è andato a giocare per Ohio State, THE Ohio State.
La sua prima da titolare, contro Auburn.
Uno che si sbatte così, è l’underdog per antonomasia. Borsa di studio ottenuta a suon di camp e di lavoro sul campo quando gli altri sono a farsi la doccia, frutto di una educazione quella texana che è dura quando è arsa la sabbia del suo deserto.
La partita la conduce bene e poi all’improvviso va a terra, sembra si sia fatto male, male davvero.
Esce dal campo ed entra il la riserva della riserva.
https://twitter.com/SONTHighlights/status/1180588033118109696
Gioca bene Jones ma io rimango deluso, sono più belle le storie a lieto fino e invece questa non sembra esserlo. Alla prima da titolare Trask si fa male, dio dello sport per una volta potevi guardare una partita diversa da questa.
Un boato dalla folla ma in campo non succede nulla, la telecamera si sposta sulla linea laterale.
Trusk esce dagli spogliatoi corricchiando e con mezza gamba torna a guidare la sua squadra.
Ovazione del pubblico.
Questa è anche la settimana di “The Promise” e se non sapete chi è Tim Tebow vi siete persi una delle storie più belle in assoluto dello sport, di tutti gli sport che anche chi corre la maratona a piedi scalzi si deve scansare.
For Tim Tebow's birthday, look back at his "The Promise" speech.
It will still give you chills. pic.twitter.com/L0ZeWCG8W7
— ESPN College Football (@ESPNCFB) August 14, 2019
C’è chi parte titolare nella seconda partita della serie playoff della MLB e quando era nelle Minors per alzare qualche soldo faceva anche l’autista di UBER e con un rating notevole 4.9. C’è chi guarda avanti senza dimenticarsi il passato, c’è chi si vanta del passato che non gli appartiene e chi invece lavora per essere migliore. C’è anche ci prova a rinfacciarti il tuo passato modesto ma tu te ne freghi e gli mandi anche per traverso la partita e fai “ciao ciao” con la manina.
Yankees fans chant "Uber" at Twins pitcher Randy Dobnak.
Dobnak was an Uber driver in the minor leagues as a way to make some extra money.pic.twitter.com/WuyARMpZMB
— Sporting News (@sportingnews) October 5, 2019
C’è chi non sbaglia mai e si chiama Larry Bird e allora in quegli anni ottanta tutti sgranati e a 480p c’è chi si arrangiava con mezzi molto analogici per distrarre l’avversario e foto come questa sono rimaste nell’immaginario collettivo.
Photo of fans attempting to distract Larry Bird while shooting a free throw… Lmao pic.twitter.com/wngBZtB0Bo
— Troydan (@Troydan) April 16, 2016
C’è Gritty che fa scuola anche in Italia e dopo un Inter – Juventus che sembrava dovesse sancire una sorta di passaggio di consegna tra la società nerazzurra e quella bianconera dal profilo della Juventus salutano la vittoria in trasferta della squadra di Sarri un po’ “gritty style”
https://twitter.com/i/status/1180965202583359488
C’è chi cerca di pettinare la figlia che si muove più veloce di certi avversari e noi pensiamo a Nanà e a Samu, chissà perché ma speriamo di svelarvi l’arcana associazione il più presto possibile, anzi Nanà se sei qui da noi nella terra d’Abruzzo, scrivici, abbiamo una fantastica idea.
https://twitter.com/espn/status/1180841925777203203
Per non dimenticare quel sei aprile 1994 quando il Pontedera sconfisse l’Italia di Sacchi 2 a 1, il lungo recupero per cercare il pareggio e poi il Brasile rifiutò l’amichevole al Pontedera. Il rigore di Baggio, l’infortunio di Baresi e il caldo di Pasedena. Le scuse le conosciamo tutte e tutti. Facile parlare seduti davanti ad un microfono meno quando ci si siede in panchina vero?
Vittoria storica per l'Italia a Vienna!https://t.co/CoECntklfN pic.twitter.com/Q43cgo2Mdk
— Fidaf Gameday (@fidafgameday) October 6, 2019
C’è anche l’Italia che vince, contro l’Austria dopo ventuno anni, 21. Certo gli austriaci hanno lasciato che i loro migliori giocatori spendessero il weekend in vacanza in Brasile ma questo è un problema loro non certo degli azzurri. Si usano gli oriundi anche nel football americano, perché se questo sport si gioca meglio altrove e i giocatori sono più bravi non utilizzarli è una ricetta per la sconfitta, altro che in nazionale solo gli italiani e poi quando si perde tutti a piangere. #goblue anche se è stantio come hashtag e sarebbe il caso di far uscire la comunicazione federale dal recinto di facebook che inizia a sembrare sempre più, almeno in Italia, il luogo meno adatto per comunicare, qualsiasi cosa.