Calcio

Offese ad arbitri donna: l’ultimo (triste) episodio a Mestre

arbitri

Un anno di squalifica, il massimo della pena possibile, che potrebbe però essere ridotta a 6 mesi se il calciatore 14enne si sottoporrà “volontariamente, col consenso dei genitori, a seguire un percorso rieducativo presso l’Assessorato Pari Opportunità del Comune di Cavallino-Treporti”. Ha deciso così, il Giudice Sportivo FIGC della delegazione di Venezia, dopo gli incresciosi fatti del 22 maggio, quando – nel corso del match tra Miranese e Treporti, valevole per il Torneo “Sottana” di Mestre – il giovane calciatore “ha iniziato a spogliarsi (abbassando i pantaloncini), pronunciando ingiurie volgari a contenuto sessista” rivolte all’arbitro donna Giulia Nicastro. Un gesto esecrabile, perpetrato – come recita il referto – anche sugli spalti dove “fin dal primo minuto, una ventina di sostenitori del Treporti le rivolgevano insulti innominabili di contenuto palesemente sessista”.

Questo – dice ancora il verbale del provvedimento disciplinare – potrebbe aver influenzato il comportamento del giocatore, che però (giustamente) non è riuscito ad evitare il pugno di ferro della Giustizia sportiva: squalifica fino al 29 maggio 2020 (riducibile), più la sanzione accessoria del divieto di accedere agli impianti sportivi in cui si svolgono manifestazioni o gare calcistiche, anche amichevoli, nell’ambito della FIGC.
Sulla rieducazione del ragazzo potremmo esserci, ma giustizia sarà fatta solo per metà se non verranno assegnate punizioni esemplari anche a chi quel giorno sedeva sugli spalti.

ALTRI (TRISTI) EPISODI Questo è solo l’ultimo di una serie di episodi tristemente simili. Lo scorso aprile, ad esempio, nel post partita tra San Marco Juventina e Casa Del Diavolo (Promozione umbra), l’allenatore Marcello Bazzurri ha rilasciato dichiarazioni offensive nei confronti del direttore di gara Ilaria Possanzini (“Tanti errori dell’arbitro, che dire: come battuta dico che le donne nel calcio o fanno le pulizie o stanno in cucina altrimenti non possono essere dentro il campo di gioco”), mentre a marzo era stato addirittura il giornalista Sergio Vessicchio a prendersela con la guardalinee Annalisa Moccia della sezione di Nola.
“Pregherei la regia di inquadrare l’assistente donna che è una cosa inguardabile. È uno schifo vedere le donne che vengono a fare gli arbitri in un campionato dove le società spendono centinaia di migliaia di euro, è una barzelletta della Federazione una cosa del genere”, le sue inaccettabili parole alle quali seguirono pubbliche scuse. “Mi sono accorto subito di aver detto una cavolata e ne pagherò le conseguenze”. Meglio di niente.

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