Serie A

Silenzio istituzionale e corto circuito di sistema

Rischi, squalifiche e in qualche caso – probabilmente – anatemi. Nei giorni in cui la Kick Off c5 femminile sta rappresentando l’Italia all’European Women’s Futsal Tournament ne stiamo leggendo (e sentendo) di tutti i colori, inclusa una nota tardiva della Divisione Calcio a 5 che ha reso pubblico il suo parere negativo ma non vincolante solo successivamente all’esordio del club milanese eppur in perfetto tempismo rispetto al secondo match delle bianconere.
Come l’abbiamo presa noi lo leggerete nelle prossime righe, quel che forse non sapete bene è che a San Javier se ne stia parlando tanto e male. E l’unica a rimetterci davvero è la figura del nostro amato calcio a 5 a livello internazionale. Per questo, abbiamo cercato di far chiarezza sulle procedure antecedenti alla partenza della squadra milanese, non escludendo i rischi – reali – cui la società potrebbe andare incontro avendo scelto di rispondere all’invito ufficiale del Roldan ed essendo partita senza avere risposte più volte chieste all’organo competente.

PREMESSA: DECIDE LA FEDERCALCIO – Per partecipare ad un’attività che non è ufficiale durante la stagione regolare devi essere autorizzato dalla Federcalcio, che lo fa per quanto riguarda le società dilettanti su parere della LND. La Lega esprime solo un parere, ma l’organo che rilascia, o meno, l’autorizzazione è la Federcalcio. Tant’è che la Federcalcio può decidere a prescindere dal parere (art. 35 della LND), quindi in questo procedimento, in senso strettamente giuridico, non è contemplato il parere della Divisione calcio a 5. Per prassi, tuttavia, sia per partecipare ad un torneo di calcio a 5 che per organizzarlo, si chiederà l’autorizzazione alla Federazione per il tramite della propria componente federale.
E qui arriviamo al primo “corto circuito”, perché di fatto la LND su questo tema – autorizzazione della Kick Off alla partecipazione all’European Women’s Futsal Tournament – non si è mai espressa, nonostante sia stata sollecitata sia dalla FIGC che dalla Kick Off stessa. E, a dirla tutta, il parere della LND non ci risulta neanche per la Ternana.

MA COME SI CHIEDE IL PARERE? La società chiede alla sua articolazione, in questo caso la Divisione Calcio a 5, che a sua volta chiede alla Federazione. La FIGC, come già ribadito anche dal Consigliere Calegari, per prassi e nella stragrande maggioranza dei casi, procede senza istruttoria, cioè concede l’autorizzazione richiesta. Perché – per com’è scritta la norma – non sembra neanche ipotizzabile un parere negativo, a meno che non vi siano fondati motivi di diniego. Anche qui altro “corto circuito” perché il parere richiesto e dato alla Ternana non è passato per il Consiglio Direttivo della Divisione Calcio a 5 né dalla LND. La Divisione Calcio a 5, infatti, ha chiesto di concedere l’autorizzazione direttamente alla Federcalcio. Quindi ha saltato la Lega, non ha chiesto al suo Consiglio Direttivo e ha chiesto direttamente alla Federcalcio, che lo ha rilasciato in data 4 marzo.
Un’altra squadra, invece – in questo caso la Kick Off – chiede di avere la stessa autorizzazione e la richiesta viene portata stranamente al Consiglio Direttivo della Divisione Calcio a 5. E qui terzo “corto circuito” della storia, perché ci chiediamo: il parere lo dà il Consiglio Direttivo o un altro organo della Divisione Calcio a 5? Perché in un caso è stato chiesto al Consiglio Direttivo e in un altro no? Una delle due procedure è errata, fermo restando poi che l’organo deputato a dare il parere, la LND, non si è mai espresso né nell’uno né nell’altro caso.

NE’ SI’ NE’ NO – La Federcalcio, invece, per la Ternana ha concesso l’autorizzazione, nel caso della Kick Off non si è espressa: né autorizzando, né negando. La Kick Off è nel limbo: non gli è stato detto “sì puoi andare”, ma neanche “no, non sei autorizzata”. E’ vero che la Divisione Calcio a 5 ha dato parere negativo, ma la Federcalcio – l’unica deputata al rilascio dell’autorizzazione – non glielo ha mai negato: c’è solo una mail della Segreteria Federale in cui si prende atto della situazione e si dice che la LND non si è espressa, mentre la Divisione Calcio a 5 ha dato parere negativo e al momento non si poteva autorizzare. Che non vuol dire no. Questa la situazione alla partenza della Kick Off. Quando la Divisione Calcio a 5 afferma di aver dato parere negativo e che quindi la Kick Off non sarebbe autorizzata, qui si verifica un’inesattezza perché la dichiarazione è corretta fino alla precisazione sull’indicazione del parere, ma sul rilascio o meno dell’autorizzazione decide unicamente la Federcalcio. Nessuno ha detto alla Kick Off non sei autorizzata. Questi sono i fatti.
Che senso ha avuto allora una nota tardiva e arrivata 24 ore dopo l’esordio nell’European Women’s Futsal Tournament? Non sarebbe stato il caso di dirlo prima dell’inizio della manifestazione? E in quell’eventualità perché non si è espressa la Federcalcio visto che la Kick Off – prima di scendere in campo – ha chiesto alla stessa FIGC, in data 8 aprile e poi il 16 aprile, ovvero il giorno prima di scendere in campo, se vi fossero motivi ostativi alla sua partecipazione e non avendo ricevuto risposta, ha ritenuto di poter partecipare?
La Divisione è ineccepibile fino a che afferma che senza avere un “sì” ufficiale, la Kick Off non si comporta in maniera corretta partecipando. Non avendo però ricevuto né un sì e nè un no, da parte del club milanese rimaneva da interpretare un silenzio istituzionale che – per consuetudine e in termini amministrativi – potrebbe valere come un assenso. Potrebbe valere anche il contrario, certo, ma non è questo il punto.

SITUAZIONE PARADOSSALE – Questo articolo non esisterebbe, se la nota della Divisione si fosse limitata a dire che l’atteggiamento della Kick Off sarà segnalato alla Procura Federale che provvederà agli accertamenti del caso. Il problema è nella parte finale, quando si fa riferimento al fatto che le conseguenze ricadranno “su staff tecnico e giocatrici”, come se – ad esempio – il calciatore o l’allenatore, prima di entrare in campo, dovesse avere il potere di verificare tutte le autorizzazioni che consentono ad un Club di partecipare ad una competizione. Quindi, riportando l’esempio alla situazione in questione: io giocatore/trice dovrei sapere prima di scendere in campo se, effettivamente, la società alla quale appartengo è in regola con le iscrizioni, con i relativi adempimenti, gioca in un impianto omologato, etc. etc.. Si arriverebbe al paradosso di non giocare mai, perché tecnici e giocatori dovrebbero accertarsi – sempre nello specifico caso a due ore dal fischio d’inizio della seconda gara dell’EWFT – che la società per la quale sono tesserati abbia tutte le carte in regola per partecipare alle competizioni e, in caso contrario, rifiutarsi di giocare. E’ questo che si evince dalla nota della Divisione Calcio a 5. Paradossale, no?

RISCHI – Nonostante tutto, la Kick Off rischia davvero. Ma cosa? C’è un caso molto simile nel calcio a 11 femminile, relativo alla stagione 2015/2016, che fa giurisprudenza: la Procura ha deferito i presidenti dei club che hanno partecipato ad un torneo internazionale di calcio a 11 femminile a livello giovanile senza autorizzazione. Le società in questione sono state sanzionate per responsabilità diretta del legale rappresentante, con la squalifica del Presidente, e oggettiva con una multa, senza però alcuna ripercussione su giocatrici e staff tecnico. Anche perché, nel caso opposto, cioè se le giocatrici si fossero rifiutate di partecipare al torneo, queste sarebbero state passibili di segnalazione alla Procura federale e di successiva squalifica, perché obbligate dal tesseramento a svolgere le attività agonistiche decise dai rispettivi Club. Pensate che un tecnico o un giocatore abbia la facoltà di non rispondere ad una convocazione senza subirne le conseguenze? Se dovesse mai passare una impostazione di questo tipo rischiamo di arrivare ad una situazione paradossale, in cui i tesserati non scenderanno più in campo senza avere la certezza del corretto operato amministrativo delle rispettive società: fine del calcio a 5 giocato.

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