Storie

“Ma li avranno gli asciugamani?”

Avrei voluto salutare in questo viaggio Cristina che però vive a Palma di Maiorca e invece io sono diretto in direzione opposta e contraria. In zona d’arrivo c’è Wilson che è andato a giocare con una squadra di football americano a Murcia, nei Cobras. Ieri notte c’è stata la prima puntata dell’ultima stagione di Games of Thrones e scendendo dal pullman a Ciampino becchiamo un assonnatissimo Luigi “Tencar” Carafa di ritorno dal suo primo Twitchcon. Il presidente e anima di Nerdando.con è una di quelle persone incontrate per caso e che fanno con noi un pezzo di strada. Ad essere precisi e pignoli come piace a Federica in realtà è Claudia, moglie di Luigi,  a scrivere con noi di scherma e altre cose.

Siamo in viaggio e a Valencia è già atterrata la squadra italiana. Indossa il bianconero e viene da San Donato Milanese, è in testa al campionato italiano e ha appena vinto la Coppa Italia. Cada Sansone con tutti i filistei ma io preferisco quella in cui si scacciano i mercanti dal tempio.
“Mettete tutti i computer nelle scatole” e al controllo bagagli l’addetta mentre Federica s’affanna a tirar fuori i portatili sussurra “non andate in vacanza vero?”.

L’idea geniale di Ryanair: la hostess che mostra le procedure di sicurezza che indossa una camicia di due taglie più piccola con i bottoni tiratissimi proprio lungo la linea del seno.
Ci ho messo un po’ per capire come mai c’erano tanti che cercavano di scorgere questa gentilissima hostess alta due mele o poco più, agitarsi per indicare dove sono collocati i dispositivi di salvataggio.
Le indicazioni stradali e le autostrade che si cambiano attraversando un benzinaio e 287 chilometri senza pedaggio e poi 9 euro per attraversare due caselli che sembrano piazzati a caso in mezzo al nulla.

Le autostrade e gli autogrill in questa parte del mondo hanno tutte lo stesso odore, di piscio e di gasolio e anche se non c’è un po’ d’ombra nemmeno a pagarla. Avanziamo ancora in direzione ostinata e contraria, domani c’è Juventus – Ajax e io sono qui per seguire un torneo di futsal femminile, c’è qualcosa di sbagliato in questo ma io non l’ho ancora trovato.
Una terra che sembra il Nevada ma senza la speranza d’arrivare a Las Vegas, oppure una Puglia ma senza le piante di olivo.
Forse è l’Argentina di Soriano oppure quella periferia consumata dal sole e dal tempo che mi porto dentro come un pezzetto d’infanzia che non posso lasciare senza perdere quello che sono.
Tutto giallo, nel cielo e lungo i muri dell’albergo. Ci aspettiamo una stanza e ci ritroviamo un appartamento e poi c’è la piscina e anche lo scivolo d’acqua. Penso a quell’idea di torneo e a questo, come se poggiassi una vecchia scopa vicino ad una cisterna, si noterebbe la differenza.

Se non hai nemmeno i soldi per i cerotti, ci possiamo trovare in farmacia e forse qualcosa troviamo che possa sistemare quella ferita.
Camminiamo e camminiamo, c’è un poligono per l’artiglieria e una zona militare con un fossato e le papere, sento una voce di bambina che mi ripete “l’oca canadese” ma è un riflesso lontano nel tempo.
Due minuti, un Lidl e quelli sono due minuti in macchina e finiamo a comprare cose in un benzinaio che nemmeno la gita scolastica delle medie.
“Lo sai chi dice che sei forte?” e lo sguardo incredulo anche se poi non credo conti molto quando  passi l’estate a fare su e giù per le scale di un ristorante multipiano.
Quelle bimbe che diventano donne e poi però sono bimbe come quando inseguono qualcosa e devo esercitare la fantasia per trovare una ragione per passeggiare verso il mare, io che ci abito letteralmente sopra.


Campi da golf e palline gialle e vedo Debora e Carol saltellare ai lati della strada come fanno i bimbi che cercano di rubare le ciliegie dall’albero ma cercano quelle più rosse e poi tornano con una piccola pallina gialla per tutti.
Come è seria Sofia, che forse è anche un po’ il nome oppure è dentro a quel cuore che batte per un paese a picco sull’oceano, come quello di Filipa che non sai mai se ridono queste lusitane finche non le vedi sorridere davvero.
C’è chi prende il ghiaccio al bar e non è per il cocktail, c’è chi viene dall’Olanda e si ricorda del Montesilvano e chi invece vorrebbe ricordarsi qualcosa ma non può.
C’è chi vorrebbe schiacciare qualcuno e chi invece schiaccia semplicemente dei pisolini.
Ci sono i messaggi in spagnolo, quelli in italiano che non è nemmeno malaccio se arrivi dal Brasile e loro sono quelle che non sono mai lontane nemmeno se sono davvero lontane.
C’è chi è a Londra ma vorrebbe essere qui per fare le domande scomode anche se sa già tutte le risposte e chi aspetta le risposte che vorrebbe e non avrà.
C’è chi racconta storie e chi si racconta le storie.

 

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