
Sono trascorsi quasi 10 giorni dall’impresa di Faenza, ma per la Kick Off è come se fosse accaduto tutto appena qualche minuto fa. Sogno o realtà? Tra le all blacks, c’è chi ancora se lo chiede prima di varcare la soglia del centro sportivo di San Donato Milanese e vederla in bacheca accanto a quella vinta a Pesaro: la Coppa Italia 2018/2019 è davvero lì, di nuovo a casa. Dietro questo trofeo ci sono 7 mesi di lavoro e tre giorni di fatiche in Final Eight, ma adesso ci sono solo meritati sorrisi.
MONICA ATZ – “Sette anni fa ho vinto la prima Coppa Italia, ma quella di domenica è stata una vittoria speciale e alzarla da capitano ha sempre un sapore speciale. Nei miei dieci anni in questa squadra ho vissuto momenti belli e altri faticosi, ma affrontarli con queste compagne è stato diverso e sorprendente in tanti aspetti. Dal 18 agosto che ci alleniamo ogni giorno, lavoriamo insieme e condividiamo tutto: quello che ha di speciale questo gruppo è la compattezza. Il supporto reciproco che ci siamo date mi fa sentire in due parole fiera ed orgogliosa di questa splendida squadra. Il mio obiettivo quando siamo partite da San Donato – continua il capitano – era dimostrare a tutti il nostro valore. Le voci che circolavano erano sempre le stesse: “La Kick Off buona squadra, ma quando bisogna vincere non c’è”. E invece certo che si siamo e abbiamo anche vinto”.
DEBORA VANIN – Oltre alla coccarda, le all blacks si portano a casa anche il titolo di MVP con Vanin che parla di “missione compiuta. Sono molto felice per me e per le mie compagne, che hanno profuso il massimo dell’impegno per vincere questa coppa. Se me lo sentivo? Avevamo una grande sinergia, non poteva finire diversamente”, sorride. “Sognavo questa Coppa con tutte le forze, come se non avessi mai desiderato altro. E’ stato fatto tutto con amore e sono grata per questo”.
SOFIA VIEIRA – Le è costata la rottura del dito, ma questa gioia non ha davvero prezzo per Sofia Vieira, capocannoniere della A e protagonista della Final Eight. “Era da una vita che l’ aspettavo – commenta al settimo cielo. – Ho sempre creduto che i singoli non possano vincere contro le squadre e che per avere successo essere solo brave non basta. Per superarsi ci vuole coraggio e adesso ci credo ancora di più! È stata una vittoria costruita passo dopo passo, da persone che si equilibrano dentro e fuori dal campo, cui la resilienza e l’unione hanno permesso di superare ogni ostacolo. Una conquista che riflette tutti i valori in cui credo: un trionfo del merito, della giustizia e della amicizia.
Sono orgogliosa e felice perché il lavoro, lo sforzo e i sacrifici di tutti i componenti della società si sono tradotti nel raggiungimento di un traguardo indimenticabile, un titolo vinto con una squadra che l’ha reso una favola“.
ANGELICA DIBIASE – Dalla massima realizzatrice al primo baluardo difensivo, il portiere Angelica Dibiase. “Avevo una promessa in sospeso nei confronti di una persona speciale: in passato non sono riuscita a mantenerla, ma ora sì. Il segreto di questo successo? Il grande lavoro svolto con queste magnifiche ragazze, ogni giorno a sopportarci e supportarci con testa, corpo e cuore. Questo è un gruppo fantastico composto da gente buona e calma fuori del campo, ma di carattere, competitiva e con la fame negli occhi in quel rettangolo di gioco. Fondamentale la pacca sulla spalla di gente vera che non ha mai smesso di sostenerci: mamma, papà, nonna, cognati nipoti, amici che sono con me in qualsiasi momento. Il mio piccolo “nino” con me in qualsiasi partita. Prima della Coppa ho vissuto un mix di sensazioni belle che mi dicevano che sarebbe andato tutto bene. Aveva una strana voglia di allenarmi sui rigori e già il primo giorno si decide tutto proprio dal dischetto.Faenza-Milano, Milano-Faenza e poi Montesilvano – è il racconto di Angelica. – I nervi erano tesissimi: prima il silenzio, poi il cantare a squarciagola, 10 secondi di respirazione in cerchio e via riscaldamento prima della partita: davanti a me nella mia metà campo ho 4 leonesse che indossano la mia maglia, le mie compagne di squadra. 1-0, 2-0, 3-2, 3-3: di nuovo rigori. Indurisci gli addominali, chiudi gli occhi e booom, ti lasci andare. Pesenti, ultimo rigore che non guardo. Sento solo esultare, mi giro ed ecco… un mucchio di pazze che esultano nell’angolo opposto al mio. Gli abbracci e la felicità. In camera sono con Sofia: “Ce l’abbiamo fatta”, le dico. Finale, 40′ infiniti e poi… abbiamo davvero vinto la Coppa?!? A me sembra tutto un sogno”.
NONA – Dalla rovesciata che è stata ripresa anche da Striscia la Notizia, al successo in Emilia Romagna. Anche Nona Navarro Seaz deve ancora realizzare. “E’ difficile esprimere con le giuste parole la sensazione di felicità dopo la vittoria. Tutto quello che posso dire è che quando penso alla mia squadra mi viene subito un sorriso sulle labbra: abbiamo sofferto, riso, pianto ma sempre tutte insieme, unite. Perché questo gruppo è unico. Ringrazio tutte perché mi fanno sentire felice e perché mi hanno regalato un ricordo che porterò con me per tutta la vita. Grazie ad ognuna una di voi”.
GUTI – Poi è il turno di Carmen Delia Gutierrez, per tutti Guti. “Sapevamo che sarebbe stato un percorso difficilissimo, ma siamo riuscite a vivere partita dopo partita senza pensare minimamente al giorno dopo. Abbiamo affrontato tutto in modo perfetto: che il risultato fosse positivo o meno, noi eravamo sempre tutte insieme. Vedi per esempio quando cantavamo la nostra canzone napoletana… – ride la spagnola – trasmettevamo compattezza: tutte a battere con i piedi per terra, a cantare guardandoci negli occhi e dandoci forza, c’era un’energia di gruppo indescrivibile. Ancora non mi rendo perfettamente conto di aver vinto, ma so con certezza di far parte di una squadra unica e speciale. Meritavamo una ricompensa per tutti i nostri sacrifici e sono contenta per noi: la Coppa è nostra e adesso andiamo avanti cantando con positività e tutte insieme”.
FEDERICA BELLI – Federica Belli ha subito un aneddoto da raccontare. “Sette anni fa facevo i complimenti a mister Russo per la vittoria della Coppa e da lì a poco sarebbe arrivata la chiamata per entrare in squadra. Avevo 19 anni, ero piccola… Sacrifici, pianti, sforzi,infortuni, sudore: c’è stato di tutto in questi anni, con l’unico obiettivo di crescere e far sempre bene per la squadra. Rincorro questo titolo dal primo giorno che sono arrivata qui e oggi mi sento contenta e soddisfatta per il risultato ottenuto con la squadra. Grazie a voi – dice alle compagne – che mi avete permesso di realizzare questo sogno. Incredula, ma tanto felice”.
CAROL PESENTI – “Una Coppa indimenticabile”, così la definisce Pesenti che l’ha alzata al cielo per la seconda volta. “Questo momento rimarrà nella testa di ognuna di noi per tanto tempo. Insieme abbiamo superato tanti momenti quest’anno, c’è tanta stanchezza fisica e mentale, molti sorrisi e anche qualche pianto, ma aver vinto con un gruppo così bello mi dà ancora più gioia”.
ELVIRA PERRUZZA – “Sensazioni, emozioni, pensieri solo ed esclusivamente super positivi”. Doppietta e capriola in finale, Elvira Perruzza non sta nella pelle. “Oggi più che mai penso che lo sport di squadra sia forza, quella forza che ci ha permesso di alzare questo titolo dandoci la giusta ricompensa per tutto ciò che abbiamo costruito. Ringrazio la mia squadra, la mia famiglia, la mia terra, i miei amici e tutti coloro che ci sostengono e mi sostengono. Per me è un orgoglio essere l’unica formata italiana della Kick Off ad aver vinto per la seconda volta la Coppa Italia, un’emozione dopo l’altra verso un altro grande obiettivo”.
TERESA SANGIOVANNI – Occhi a cuoricino anche per Teresa Sangiovanni, a segno con un rigore in finale contro la Lazio. “E’ stata un’emozione indescrivibile vivere questa Final Eight con queste meravigliose compagne che, prima di essere top player, sono persone fantastiche che hanno reso questa vittoria mille volte più speciale. Trovare tutte insieme un modo per smorzare la tensione, guardarci negli occhi e ballare la Macarena e tante altre canzoni prima di gare fondamentali, oppure cantare a squarciagola “tu si a fine do munno”, una canzone napoletana, da parte di una squadra milanese composta da gente di tutto il mondo… tutto questo ti fa capire quanto davvero si possa sempre trovare una chiave per incontrarsi e andare insieme verso la stessa meta. Percepire l’emozione della mia famiglia subito dopo la finale è un sentimento che porterò per sempre dentro di me. Essere il loro orgoglio, nel mio giorno sportivo più importante, mi rende felice. In più – aggiunge la calcettista lucana – ho avuto anche la fortuna di segnare e condividere il mio sorriso col sorriso più bello che ci guarda dall’alto”, dice riferendosi all’indimenticabile Rossella Caputo.
LARA BRUGNONI – “Two is megl’ che one”. Lara Brugnoni si affida alla famosa citazione per descrivere la gioia del post-Fenza. “È la frase che senza tante altre spiegazioni basterebbe da sola a far capire l’enorme bagaglio di emozioni e sensazioni che si porta dentro. La prima Coppa la vinsi ai tempi dell’Isolotto e fu tutto dannatamente bello ed indescrivibile, tanto che iniziai a pensare di aver raggiunto l’apice calcistico, che certe emozioni le puoi provare una sola volta nella vita e che, soprattutto, certi treni non passano mica sempre. Ed invece no! Poche volte mi sbaglio, questa fortunatamente è una di quelle. Se la prima volta non sai cosa ti aspetta, la seconda sei consapevole di tutto. Dei propri mezzi e delle difficoltà dettate da quei tre giorni di full immersion. E quindi, per tutto questo, la seconda volta è ancora, un’altra volta, dannatamente bella e inspiegabilmente assurda. Vincere due Coppe Italia in serie A è adrenalina pura. Grazie alla Kick Off per avermi dato l’opportunità di farne parte. Grazie a tutte le mie compagne che ci hanno creduto fino all’ultimo lottando e mettendoci tutte se stesse, mettendoci il cuore e la voglia di portarla via, a casa, a Milano, quella coppa; oltre ogni piccolo ostacolo che poteva presentarsi. Grazie!”
ANTONELLA PLEVANO – Ed ecco le parole della più piccola del gruppo: Antonella Plevano, 100% made in Abruzzo. “Tutte noi sapevano già sai sorteggi che sarebbe stata più che dura: prima il Florentia, poi la vincitrice dello scorso anno, il Montesilvano, e infine la Lazio. Nonostante tutto, un passo alla volta, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e siamo andate a vincere, tra scaramanzie, ansia e i 10 anni di vita persi per i rigori, le risate e tanta felicità alla fine di tutto. Sono felicissima di far parte di questo bellissimo gruppo composto da belle persone, dove ci si aiuta l’una con l’altra, sempre. Questi giorni sono stati unici, indelebili e pieni di emozione! Sono fiera ed orgogliosa di noi”.
FLORIANA MONTENEGRO – Dalla più piccola all’ultima arrivata, ma già perfettamente integrata nella famiglia bianconera: Floriana Montenegro. “Entrare a far parte di un gruppo che si conosce da anni non è mai semplice, soprattutto se arrivi a stagione già iniziata e ti sei persa tutta la preparazione, senza considerare che non ti alleni tutti i giorni come loro e non ci vivi insieme. Insomma, cosa c’è di peggio? A sì, parlano arabo per me – ride il portiere – Scherzi a parte… Mi rendo conto di avere a che fare con persone speciali che dal primo giorno mi hanno accolta e fatto sentire a casa, incoraggiata in ogni allenamento, coinvolta in tutto ciò che potesse farmi sentire parte di loro e in fine presa anche per i fondelli”, scherza di nuovo. “Le emozioni provate per questa coppa? Indimenticabili, irripetibili, insostituibili, come gli infarti presi in tutti e tre i match tra recuperi, rigori infiniti e spavento per Sofi. Concludo rubando una Frase di R. Wagner: “La gioia non è nelle cose, è in noi (in tutte voi)”. Grazie di tutto”.
ADRIELI BERTE’ – Dulcis in fundo, Adrieli Bertè che questa Coppa l’ha vissuta dalla panchina, ma adesso è pronta per un grande finale di stagione che l’ha già vista tornare in campo contro la Woman Napoli. “Sono grata alla Kick Off, ma principalmente alle mie compagne, che hanno dato tutto, sia dentro che fuori dal campo per raggiungere il nostro obiettivo. Ragazze meravigliose che si sono dedicate molto e che sicuramente porterò con me per sempre. Sono orgogliosa di questa squadra. Grazie di cuore ragazze: mi avete regalato giorni indimenticabili, pieni di gioia e emozioni indescrivibili. Ho sofferto e combattuto con voi da fuori, siete state uno spettacolo da vedere”.
