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Moriconi: “Lazio più esperta, ma una finale è una finale”

Moriconi

Un solo (ininfluente) pareggio e una serie di vittorie che va avanti da tre anni a questa parte. La Lazio Under 19 non tradisce le aspettative e arriva in finale con i galloni della favorita, ma il tecnico Riccardo Moriconi – pur senza falsa modestia – tiene i piedi ben piantati a terra in vista della sfida col Dueville che mette in palio titolo del primo Campionato Nazionale Sperimentale.
“Sul piatto della bilancia ci sono elementi che pesano e sicuramente uno di questi sarà l’esperienza che è dalla nostra parte, rispetto ad un’avversaria più giovane da questo punto di vista. Di fatto abbiamo una rosa composta da nomi altisonanti, ma – anche il concetto può risultare ovvio – le finali sono gare a sé, in cui va valutata una forte componente emotiva. Non ho mai conosciuto nessuno che si sia portato la finale da casa e sarà lo stesso per noi”.

Dopo tre titoli Juniores, la conquista del tricolore Under 19 sarebbe il coronamento di un disegno che va ben al di là dei riconoscimenti in bacheca.
“Vincere è sempre bello, ma lo è ancora di più come risultante di un modus operandi che funziona perché in grado di far crescere a livello sportivo, tecnico e tattico le nostre atlete: prendi Cecilia Barca, già capitano in Serie A e Nazionale o Alessia Grieco, anche lei chiamata in Azzurro. Durante l’anno svolgiamo un lavoro che permetta loro, nessuna esclusa, di affacciarsi con professionalità a palcoscenici importanti”.
E per capire quanto la Lazio “faccia paura” in tal senso, basta pensare che sarà l’unica realtà a partecipare contemporaneamente in Emilia Romagna con prima squadra maschile e prima squadra femminile (entrambe in Final Eight), e Under 19 .
“E’ un dato che ci riempie di orgoglio e ci spinge a fare ancora meglio. Il bello del mio gruppo – sottolinea Moriconi – è che riesce sempre a trovare stimoli, non soltanto in partita ma anche nelle classiche sedute settimanali: a volte potrebbe risultare difficile far allenare insieme ragazze del ’99 con ragazze del 2005, ma – chiude il tecnico – la nostra omogeneità di intenti è stato sempre il fattore chiave nella raccolta di ciò che col tempo abbiamo seminato”.

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