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“Diario di Coppa 2019 [02]

06.45 a quell’ora del mattino forse aveva ragione Tavecchio. L’ira mattutina passa dopo aver sciacquato il viso, visto Toby scodinzolare per una ragione che può essere nota solo a un cane.
Gino Fabbri, la coppa che sembra la Coppa Italia ma quella “vera vera” il portaombrelli insomma, i suoi dolci con il burro che ti saluta eppure mangiando non lo avverti. I racconti di Livia, lo chef e il lattaio, la mortadella e quella voglia di fare “filone”. La brughiera che sembra quella olandese solo che c’è il sole qui.

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Le foto quelle analogiche che non ti puoi fare un “selfie” con una macchina fotografica vecchia di quasi vent’anni.

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Queste Final Eight iniziano esattamente da dove sono finite, con i calci di rigore e con un errore, quello che manda qualcuno a casa e gli altri al turno successivo.
Ci sono le partite che non ti aspetti come quella che mostra il Breganze avanti due a zero e una Salinis frastornata e sembra possa regalare la prima sorpresa della manifestazione e poi invece gli altri hanno Taty e la sua finta che anche se sai com’è non riesci ugualmente a fermala.

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Taty è così forte che se si giocasse ai giardinetti sarebbe la prima giocatrice scelta quando si fanno le squadre, quella che quando c’è fa la differenza e quando non c’è la fa ugualmente ma per gli avversari
Giocano 12 minuti di portiere di movimento le rosanero e quando l’errore dal dischetto di Alves nella sequenza finale manda il Breganze a casa, la presidentessa con il parrucchiere creativo non regge all’emozione e quasi si sente male. Le sue ragazze sono in semifinale.

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“Spider Margarito da Patù” come direbbe Ginger in una sua telecronaca, si piazza tra i pali del suo Real Statte con una mano visibilmente fasciata ma non se ne accorge nessuno e nemmeno la sua mano con la quale tiene in corsa le pugliesi fino alla fine, quando le ragazzine terribili della Lazio passano dal dischetto nella seconda tornata di rigori dopo i tempi regolamentari.

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Queste Final Eight mi regalano anche l’immagine di come sarebbe potuto essere Adriano “l’imperatore” se non avesse deciso di attaccarsi al fiasco. Debora, senza l’acca finale, Vanin è come quell’Adriano, quello che al Santiago Bernabeu spaccò quasi la traversa della porta del Real Madrid dopo aver saltato con forza e tecnica l’intera difesa blancos.

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Passano le ragazze di San Donato Milanese, fatali alle gigliate l’errore dal dischetto di Renata Adamatti che con i rigori decisivi non ha un gran rapporto.

Quando arriva l’ultima partita siamo stremati, in campo c’è Ternana – Montesilvano.
Ci sono tanti pezzi della Chapeco in campo ma quello che fa la differenza indossa la maglia del Montesilvano. Araceli Gayardo gioca come se avesse ancora 24 anni. Bruna Borges mette su una prova da campione vero, Ana vola nell’angolo basso a deviare un tiro che non vede nemmeno partire. Il gol d’esterno di Ersilia e la sua voce da sirena antinebbia a risuonare sul campo.
Amparo sembra abbia indosso la maglia della sua nazionale quando vola via sulla fascia e prende a pallonate la porta avversaria.

Ginger mette in cascina 1032 selfies, dei quali 1020 con Sara, qualcuno con Francesca (vedi che ho ricordato il tuo nome questa volta).

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C’è Chiara l’ingegnere che per una volta sorride dopo una partita e in tribuna ci sono sistemati immaginari caschi da parrucchiere. Federica ha due macchine fotografiche e ucciderà l’ennesima reflex con 100mila scatti in due anni.

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Le idee belle mi vengono sempre quando sono “on-the-road” con un portatile troppo vecchio e senza abbastanza attrezzatura, rimedierò, spero.

Diario di Coppa 2019 [01]

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