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Non è finita – Dematha vs Gonzaga

Dematha

Stai vincendo di tre punti, il tabellone luminoso segna 36 a 33, mancano 45 secondi.
Fa un freddo allucinante in questa sera qui al centro dello stato di Washington, è la finale del campionato di football americano e la tua scuola può portare a casa il titolo di campione dello stato.
Una scuola privata cattolica, uno di quei posti privilegiati d’istruzione e di sport, più nota per il basket che per il football. Ricordi, due anni fa Markelle Fultz, un ex alunno proprio della Dematha è stato la prima scelta assoluta del draft NBA.
Tre ex membri della tua stessa squadra giocano nella NFL, altri cinque hanno smesso da poco.
Vincere è l’unica cosa che conta se hai indosso il blu della Dematha.
Quarantacinque secondi però diventano lunghissimi.
Gonzaga sembra mangiarsi il campo e con un solo infinito drive segna un touchdown e lascia sul quel maledetto cronometro solo 29 secondi.

Cosa può succedere in soli ventinove secondi.

Può accadere di vivere una vita.
Calceranno corto per far partire subito il cronometro e impedirci di fermare subito il gioco.
La palla è calciata bassa e centrale, ballonzola impazzita verso Dominic (Logan-Nealy ndr), la raccoglie ma proprio in mezzo al campo con l’intero special team di Gonzaga che arriva addosso.

Punta disperato quello che sembra uno spiraglio. Ventisei secondi.

C’è spazio per correre e prova a passare la metà campo puntando verso la linea laterale. Venticinque secondi.

Corre sulle 40 e loro mancano un placcaggio ma è chiuso davanti da un avversario, ventidue secondi.

Boom. Un blocco e si libera sulle 30, vuoi vedere che… ventuno secondi.

L’hanno preso, il ventiquattro del Gonzaga gli salta letteralmente sulle spalle, il ventuno avversario s’avventa sulle caviglie. Venti secondi.

S’è liberato, è libero…è solo, non inciampare cazzo, non adesso. L’intera panchina inizia a correre lungo la linea laterale. Diciannove secondi.

Touchdown DeMatha. Sento a malapena lo speaker. È come essere sommersi da un onda di abbracci, ti rendi conto che qualcosa è successo ma la felicità ti strozza la gola e ti riempie gli occhi di lacrime.

Dematha

Quando riprende il gioco alzo ancora gli occhi a quel tabellone che odio ancora perché segna, quindici secondi.

Cosa può succedere in soli quindici secondi.

Può accadere di vivere una vita.
De Matha 43 – Gonzaga 40
Palla sulla metà campo, linea delle 41 yard, quattro secondi sul cronometro.
Quattro dannatissimi secondi.
Ultima azione, deve essere l’ultima.
Caleb (Williams) il quarterback di Gonzaga arretra, cerca di guadagnare tempo per far arrivare qualche compagno sessanta yards più in là, in endzone.
Il cronometro segna 0.00, è finita.

Cosa può succedere quando non c’è più tempo.

Può accadere di vivere una vita.
La palla è in aria e viaggia lunga.
Tutti che saltano con le mani allungate verso il pallone e poi cadono per un tempo infinito.
La loro corsa, impazziti per il campo e noi pietrificati dall’incredulità.
Dalla loro linea laterale verso la nostra.
Le loro lacrime di gioia.
Le nostre lacrime di disperazione.

Cosa può succedere quando non c’è più tempo?

Di vivere una vita intera.

 

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