Calcio

La perfezione non esiste.

perfezione

È già giovedì.
A quest’ora dovrei essere al campo ad allenarmi ma un principio di influenza oggi mi tiene a riposo.

“Stai a casa oggi, riposati.”

Concessione sicuramente data a cuor leggero visto il turno di stop questo weekend.
Per la settima giornata del campionato femminile di Serie A bisognerà aspettare settimana prossima, e infatti, forse anche per questo, per raccontare questo turno me la sono presa volutamente comoda. Si perché, visto che il campionato si ferma, è come se gli strascichi della sesta giornata appena trascorsa si protraggano più a lungo.

Se vinci allora il primo pensiero è : “menomale, ora due settimane tranquille:”
Se perdi invece è un po’ diverso, penso, io non vorrei mai perdere e portarmi addosso la sensazioni negative che ne derivano per più dei soliti sei giorni.

Grazie a Dio non ho dovuto farlo.

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Foto Florentia CF

Sabato il mio Florentia scende in campo sul campo dell’Atalanta Mozzanica, quell’Atalanta che aveva strappato un punto prezioso a Vinovo contro le campionesse d’Italia.

“Bisogna vincere” è il pensiero comune. Non importa come, bisogna vincere, ce lo diciamo tra di noi prima della partita, con le parole e con gli sguardi, e in campo penso che si veda. Andiamo in vantaggio dopo poco, e sempre nel primo tempo raddoppiamo.
Ad aprire le marcature è Tamar (Dongus) di testa su calcio d’angolo.

https://www.facebook.com/FlorentiaCF/videos/250013382534757/

Tamar è un cartone animato in carne ed ossa venuto dalla Germania e per i suoi modi buffi è impossibile non volerle bene, per questo, e non solo, aspettavamo con ansia questa rete e tutta la squadra esulta come per i gol speciali.

Tam sembra una nata per fare gol sulle palle alte, con il suo metro e 80 e invece ci confessa che lei non faceva gol da 6 anni.

Penso a come cambia la percezione di noi stessi in base all’ambiente che ci circonda.

“Tamar forse in Germania non eri brava a saltare di testa qui sei in Italia, guardati intorno”  a parte poche eccezioni le arriviamo tutte sotto le spalle,

“ devi fare almeno 20 gol quest’anno !”

la minaccio come mio solito.

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Foto Florentia CF

In Germania sei una che non sa saltare di testa, in Italia diventi la prima saltatrice… allora penso, siamo quello che siamo anche e soprattutto rispetto a ciò che ci circonda

Lo penso anche mentre guardo Daniela Stracchi con una tuta diversa dalla mia prima della partita. Anni e anni a condividere quel centrocampo in maglia rossoblu, a urlarci ed insultarci ma senza mai smettere di correre l’una per l’altra però, senza mai portarci qualche polemica fuori dal rettangolo verde, senza mai smettere di abbracciarci dopo ogni vittoria ma anche dopo ogni sconfitta.

Corriamo e lottiamo l’una contro l’altra con due maglie diverse questa volta, ed è strano, penso.

Mi sorprendo durante il match a fare pensieri tipo “brava Dani” o “che giocatrice!” alle sue giocate semplici, rapide ed efficaci, proprio come una volta, quando eravamo due ruote di un ingranaggio che facevamo girare alla perfezione, senza renderci conto della rarità di quello che stavamo facendo, penso. Segna anche il rigore Dani, con la fascia da capitano al braccio, ma quello, mi dispiace devo ammetterlo, ho sperato lo sbagliasse, l’amicizia è l’amicizia, ma la mia competitività avrà la meglio ancora per un po’.

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Tornando alla gara, forse ha ragione anche chi sostiene che la nostra voglia di vincere si veda anche nei venti minuti finali, durante i quali soffriamo, forse troppo, dopo il rigore che riapre la partita e dopo essere rimaste in 10 per un cartellino rosso.
Soffriamo perché perdiamo lucidità, perché ci chiudiamo dietro, perché rinunciamo a giocare, ci limitiamo ad aspettare il triplice fischio per mettere fine all’agonia.

Soffriamo per la voglia di vincere dunque ?

Oppure soffriamo per la paura di perdere?

Una sfumatura a volte può essere quasi impercettibile eppure fare la differenza, penso.

Alla fine portiamo a casa i tre punti, e quasi sempre poi, disquisire sul come diventa superfluo.
Buddhastyle, ma dalla parte alta della classifica!

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Foto Florentia CF

La sesta giornata è senza ombra di dubbio la settimana di Milan – Juventus, ovviamente il big match domenicale in diretta su Sky.
Prima volta storica nel femminile in cui si affrontano questi due importanti club, e penso, fa ancora strano anche a me scrivere il nome di queste squadre parlando di calcio in rosa.

Ovviamente il traino mediatico è fortissimo, record di ascolti per una partita femminile su Sky, si superano addirittura gli ascolti della Bundesliga e di qualche gara di Serie B dicono. Ed era ora penso io!
Il commento di Sky tutto al femminile aiuta, ed è un valore aggiunto, penso, finalmente chi ci racconta ha la minima idea di chi siamo e traspare l’orgoglio di vedere delle donne sotto i riflettori che meritano.

La posta in palio la porta a casa il Milan, 3 a 0 il risultato finale.
Sblocca il match la brasiliana Thaisa De Moraes Moreno, che evidentemente gol normali non li sa fare e, dopo la rete di tacco contro il Tavagnacco, stavolta spara un bolide “da casa sua” e trafigge Giuliani.

https://www.facebook.com/ACMilan/videos/602043266880814/

Dilagano poi le rossonere, ( da segnalare il delizioso sombrero e assist di Manuela Giugliano sul gol di Giacinti) ma io come sempre vado oltre il risultato e penso : come sarebbero andate le cose se, proprio qualche minuto prima del vantaggio Milanista, il palo non avesse fermato la conclusione di Galli?

Forse, una volta in vantaggio la Juventus si sarebbe scrollata di dosso un po’ di paura di perdere, penso, forse, chi lo sa. E’ il bello e allo stesso tempo il brutto dello sport.

Te la giochi, ci credi, un legno ti separa dal gol e un attimo dopo finisci per perdere la partita…chiedere a Dybala per conferma!!

In ogni caso il Milan merita la vittoria, penso. Di voglia di vincere ce ne mettono tanta, si vede, si percepisce, e di paura neanche l’ombra, tipico della squadra che non ha niente da perdere, cosa che purtroppo non si può dire delle bianconere, campionesse d’Italia in carica , fuori dall’Europa e sconfitte in Supercoppa.

Forse quel palo è stato davvero il filo sottile tra un riscatto e una crisi, penso, alla fine il nostro destino è così fragile e delicato e l’atteggiamento mentale, anche e spesso inconscio è fondamentale.

Al 93′ in vantaggio di 3 a 0, in occasione di un calcio d’angolo a favore della Juve, dai microfoni di Sky si sentono chiare le urla di Carolina Morace che ammonisce le sue : “concentrateeee!!”

Forse qualcuno si meraviglierà.

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Foto Getty Image

Sei sopra di tre reti, la partita sta finendo, manco ci fosse il tempo effettivo mi verrebbe da dire… e invece io non mi stupisco, e ci rivedo un po’ il mio passato, ci ritrovo un po’ le mie origini e quella mentalità che ora fa apparire alcune di noi forse un po’ “rigide”, a volte troppo, e ripenso a quando magari vincendo 4 o 5 a zero ci facevamo venire il fegato amaro per un gol subito, e sorrido.

Sorrido perché mi sento fiera di pensarla ancora così, perché Carolina sa che quella concentrazione al 93′ sopra di tre reti è la stessa che ti permetterà di non subire gol quando la partita sarà in bilico, penso, perché niente che ti porti in campo il sabato non può e non deve essere allenato.

Ogni minimo particolare sarà il frutto di quel seme per il quale hai insistito, non sono ammesse distrazioni, mai, se ti alleni con questa ossessione alla fine diventerà un’abitudine. È la differenza tra le squadre che vincono e quelle che ci vanno vicine ma…

E penso che aveva ragione chi mi diceva che “la perfezione non esiste”, ma la mia risposta come allora è sempre la stessa :

“sicuramente la perfezione non si cerca, ma SI FA, e anche se non dovesse esistere, posso comunque fare di tutto per avvicinarmici il più possibile!”

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