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Cold Sweat, l’Iran boicotta il film su Niloufar Ardalan

Niloufar Ardalan

In pochi lo sanno, ma lo scorso 1° ottobre il futsal femminile è finito sul grande schermo cinematografico con la pellicola intitolata “Cold Sweat” (letteralmente “sudare freddo”), che racconta la storia di una giocatrice di calcio a 5 iraniana alla quale il marito vieta la partecipazione ai Giochi Asiatici in Malesia.

NILOUFAR ARDALAN – Benchè la protagonista del film, Baran Kosari (Afrooz nel soggetto), abbia negato qualsiasi tipo di riferimento a fatti reali, basterebbe sostituire il suo nome con quello di “Lady Goal” Niloufar Ardalan, capitano dell’Iran, per avere l’esatta trasposizione di una storia veramente (e tristemente) accaduta nel 2015 (ve ne abbiamo parlato qui): Niloufar, che ha deciso il passaggio in finale delle sue nell’AFC Women’s Futsal Championships, scopre in aeroporto che in Malesia non potrà mai arrivare, perché il marito – il giornalista sportivo Mehdi Toutounchi (!) – ha deciso di non rinnovarle il passaporto, preferendo averla in casa per il primo giorno di scuola di loro figlio.
“Non sarei andata a divertirmi. Da donna musulmana, volevo solo combattere per la mia Nazione”, dichiarò la giocatrice a The Guardian prima di prendersi una doppia importante rivincita: la dedica del trofeo da parte delle sue compagne e la partecipazione al Mondiale di Guatemala, disputato pochi mesi più tardi dopo aver combattuto per i suoi diritti.

Lady Goal col figlio Radan, che oggi ha 10 anni. Foto: independent.co.uk

IL BOICOTTAGGIO – Con il suo coraggio, Niloufar ha rotto il silenzio sulla condizione della donna in Iran (di recente lo ha fatto anche Gelareh Nazemi, primo arbitro donna iraniana a dirigere un evento FIFA), ispirando il regista Soheil Beiraghi che ha raccontato questa storia – la sua storia – vincendo anche due premi nel Fajr International Film Festival. Tutto è bene quel che finisce bene? Quasi, perché adesso – come racconta Al Monitor – Cold Sweat sta incontrando l’opposizione di Hozeh Honari – una delle maggiori istituzioni culturali del paese, proprietaria di oltre 100 sale cinematografiche e affiliata alla Islamic Propaganda Organization, un ente il cui budget è finanziato dallo stato – che ha boicottato il film con gravi conseguenze sugli incassi al botteghino.
Una decisione illegale, ha commentato l’Associazione iraniana dei registi, alla quale è stato risposto che Cold Sweat non sarebbe adatto alle famiglie. E il divieto interessa anche la TV di stato, che si è rifiutata di trasmettere il trailer.
“L’IRIB (organizzazione televisiva nazionale che detiene il monopolio dei servizi radiotelevisivi nazionali in Iran) – ha spiegato il regista –  ci ha detto che avremmo dovuto realizzare un trailer che non mostrasse Kosari, ma vista la struttura del film per noi è stato impossibile realizzarlo”.
Un motivo in più per mostrarvelo oggi, nella sua versione integrale.

“La mia squadra aveva appena vinto e Radan mi ha domandato:
Mamma, perchè non sei con loro ad alzare la Coppa?
Io ho sorriso, lui mi guardata di nuovo e mi ha detto:
In questo momento dovresti proprio essere lì”.

Immagine copertina: TopYaps

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