
Le hanno prese dalla Bolivia, dal Trinidad e Tobago e dalla Spagna (ma questo era prevedibile). Probabilmente non andrà meglio con la Thailandia, che non sta certo brillando. Eppure la Nazionale femminile Under 18 di futsal del Tonga ha conquistato tutti con un carico di simpatia mai visto prima, un pizzico di folclore e la giusta spensieratezza di chi sa prendere tutto il bello che c’è da un’avventura sportiva a 18 ore di volo da casa. Provate a seguire una loro partita, oggi: avete mai visto un palazzetto pieno davanti ad un risultato già scritto? Col Tonga sì, accade. E questo è tutto merito di queste adorabili atlete arrivate a Buenos Aires senza vincere neanche le qualificazioni. Ma loro non ci badano: ci sono e se la godono. Un po’ la storia della struttura alare del calabrone che in relazione al suo peso non sarebbe adatta al volo, ma il calabrone non lo sa e vola lo stesso.
HAKA – Ma come hanno fatto le Tonga’s girls a farsi amare così tanto e in così poco tempo? E’ bastato rompere gli schemi. Prima del calcio d’inizio, invece delle solite pose nelle foto di rito, le giocatrici hanno occupato la loro metà e hanno iniziato a ballare l’haka (dal 18° esimo secondo al 28°). Sì, proprio la danza Maori che nel rugby è usata a scopo intimidatorio dagli All Blacks: occhi sbarrati, linguaccia, strani tremolii del corpo ed espressioni al limite della possessione demoniaca. Solo che il pubblico – tutt’altro che intimorito – ha applaudito entusiasta e divertito per tutto il tempo dell’esibizione, esattamente come avrebbe fatto al saggio di danza della nipote preferita, indicandola con una mano: “E’ lei, è lei: è la mia bambina”. A Carollyne Fotu, portiere, tutto questo è arrivato.“Le persone qui non sanno dove sia il Tonga, ma quando inizia il gioco, le sentiamo tifare per noi, ci riempie di coraggio”.
TONGA – Per carità, che l’importante non sia vincere ma partecipare è un concetto lontano dai contesti professionistici e vale ancora meno nell’anno in cui al futsal vengono aperte per la prima volta le porte dei Giochi Olimpici. Ma per il Tonga – detto anche Isola degli Amici, per il carattere di accoglienza e cordialità mostrato all’arrivo dei primi esploratori – possiamo chiudere un occhio. Sentite qua.
12 ATLETI, 3 DISCIPLINE – La delegazione del Regno di Tonga, perchè di regno ufficialmente trattasi, è arrivata a Buenos Aires con 12 atleti in tutto, pescati qua e là tra i 100.000 circa della sua popolazione. 10 di questi – tutte donne – fanno parte della Nazionale di calcio a 5 e sono le U18 di cui vi abbiamo parlato, uno gareggia nell’atletica leggera e uno nel nuoto. E quando sulle 53 isole abitate (su 173) che compongono questo stato insulare della Polinesia c’è un solo campo 20×40 e neanche una piscina, tanto che l’unico nuotatore presente in Argentina è stato costretto ad allenarsi tra le onde dell’Oceano Pacifico Meridionale, a chi volete che importi se i risultati non siano esattamente memorabili? A noi – e speriamo anche a voi – basterà ricordare queste immagini e sorridere con le piccole guerriere del Tonga che, in modo del tutto personale, stanno contribuendo a far amare ancora di più questo meraviglioso sport.
Immagine di copertina: FIFA
