Serie A

Basile: “Montesilvano più competitivo della Ternana”

basile, ternana

Dopo le ultime conferenze stampa in estate torna a parlare il Direttore Sportivo delle Ferelle, il top manager rossoverde a tutto tondo: dalla nuova rosa, alla nazionale italiana, dall’Europa al futuro. Le parole del DS da seguire passo dopo passo nelle interessanti idee e dichiarazioni del momento.

Direttore chi meglio di lei può spiegarci la nuova rosa a una settimana o poco più dalla Supercoppa:

-“È una rosa in costruzione, chiaro che in questo momento pur stando meglio rispetto all’inizio della passata stagione c’è tanto ancora da lavorare. Per essere competitivi mancano almeno tre pedine nelle zone nevralgiche del campo. Se pensiamo alla seconda parte di campionato sicuramente possiamo sorridere visto gli accordi già trovati con alcune giocatrici, ma come dico sempre nel calcio il futuro è già presente e il presente diventa subito passato, quindi bisogna tenere la testa solo alla Supercoppa.”

Quindi il metro di paragonare per ora deve essere il Montesilvano?

-“Si certo e non c’è partita. Oggi come oggi tra noi e il Montesilvano ci sono sette od otto gol di differenza. Sarebbe un’impresa ora come ora solo andare a pensare di rimanere in gara contro di loro fino alla fine. Il Memorial Sandri vinto? Lo abbiamo vinto perché a loro non interessava, non volevano neanche giocarlo a loro detta. Sono stati assorbiti dalla formazione maschile che gioca in A1 quindi hanno avuto una iniezione importante a livello economico, noi stiamo costruendo un nuovo progetto puntando a nomi importanti, ma soprattutto a una rosa lunga fatta di nomi che potranno crescere formando un nuovo gruppo nel futuro. Il presidente non vuole certo chiudere nel giro di un anno o due. Siamo usciti da un ciclo vincente e soprattutto da un’era, quella di mio padre, adesso il Presidente Bevilacqua sta improntando un progetto diverso.”

Quindi non ci sono speranze per vedere alzare al cielo il quarto trofeo in tre anni?

-“Poche, anche loro dicono di venire a fare una passeggiata o quasi, ma se rimaniamo concentrati abbiamo le giocatrici giuste per fare comunque bene e provare fino alla fine a giocarci la Supercoppa. Dipende da tutti noi, per vincere servirà dare quello che in passato nessuno di noi ha mai dato. Quando dico tutti, intendo veramente tutti.”

Non conterà neanche il fattore campo?

-“Il fattore campo conterà se i tifosi decideranno di essere quelli che sono sempre stati ovvero quelli unici e il sesto giocatore in campo. Certo è che domenica prossima alle sette di sera non avremo bisogno del pubblico, ma dei veri tifosi, per gli spettatori c’è il divano e Sportitalia. Preferirei avere meno pubblico pagante e più tifosi da Di Vittorio che un teatro silente intento a guardare bisbigliando al primo errore.”

Un po’ troppo dura come visione di questo primo appuntamento, non crede?

-“Può essere, ma nel calcio ci sono momenti in cui le chiacchiere finiscono e chi è abituato a vincere inizia a fare sul serio, domenica trenta sarà uno di quei momenti. Avremo bisogno dei nostri tifosi perché solo loro potranno azzerare il gap con il Montesilvano. Guardate Eva Ortega è una giocatrice che si esalta nella battaglia, ma nei teatri non ho mai visto disputarsi lotte o battaglie, nelle arene si invece. Dipenderà quindi se avremo un bel pubblico da salotto o cinquecento tifosi rossoverdi che vorranno trascinare le ragazze alla vittoria .”

Cambiando discorso, come ha visto questi ultimi confronti europei della nazionale azzurra?

-“Le vittorie hanno fatto bene al morale e al gruppo questo è fuori dubbio e da lì si deve ripartire a mio modesto parere. Discorso a parte per il sei a zero con la Spagna, li dobbiamo capire tutti quanti noi dirigenti che se l’Italia, la nostra nazionale, perde sei a zero noi dirigenti perdiamo dodici a zero. La nostra responsabilità è doppia, noi dirigenti siamo coloro che creano la nazionale dalle radici, CT e addetti ai lavori sono solo il terminale del nostro lavoro. Se non ci mettiamo in testa questo, la nazionale non avrà mai modo di crescere. La mia proposta è sempre quella di creare un appuntamento annuale tra noi direttori che non solo responsabilizzi e dia credibilità alla nostra figura all’interno delle società, ma che soprattutto possa far tracciare una linea comune tra le realtà di serie A e A2 femminile. Nell’ultima manifestazione nazionale Juniores eravamo in tre club tra A e A2, un assurdità. Pochissimi clubs presentano al loro interno una struttura di settore giovanile femminile con tutte le varie categorie Juniores, Giovanissime e Scuola Calcio. Non è possibile.”

Tornando alla Ternana Femminile, il futuro cosa prevede?

-“Dobbiamo capire che per vincere ed essere competitivi in Europa ci vuole molto di più, noi stessi stiamo cercando soluzioni e idee più a dimensione europee, perché l’impostazione deve iniziare a cambiare. Per vincere in Europa non basta portare questa o quella top player bisogna riuscire a fare in modo che le giovani crescano con una formazione di futsal puro al chiuso e curando la tecnica di base fin dai primi anni utili. Allora saremo competitivi. Non si può pretendere di vincere con un solo quartetto competitivo o sei straniere, né tanto meno litigarsi quelle giocatrici italiane che hanno raggiunto una dimensione internazionale da poco tempo, ma che hanno anche una propria vita nelle proprie realtà. Dobbiamo alzare il livello medio generale con le formazioni giovanili. Per questo ci vuole pazienza e tanta voglia di lavorare e programmare, soprattutto l’impegno di vari settori, come quello politico/imprenditoriale delle città. Organizzare una manifestazione europea a Terni per esempio sarebbe fondamentale per la crescita del nostro panorama, ma non possiamo pretendere che il nostro presidente si prenda sulle spalle da solo l’organizzazione di un evento che costerebbe cifre importanti. Mi auguro che questi discorsi vengano recepiti, per continuare a vincere dopo il secondo scudetto anche qualcosa di livello europeo e non solo.”

Ufficio Stampa

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