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Le ambizioni di Hilda: «Un sogno chiamato Nazionale»

Hilda

La giovanissima classe ’01 della Juniores dell’Olimpus ha le idee chiare: «Voglio diventare forte, mi ispiro alle giocatrici che fanno la differenza. Grazie al mister Giorgio Regni imparo tanto, mi aiuta a crescere».

È molto giovane, ma con le idee chiare. Hilda Toth è una classe ’01, milita attualmente nella Juniores dell’Olimpus alla corte di Giorgio Regni. Un punto di partenza importante per Hilda, anche perché il tempo è tutto dalla sua parte. Sogna la nazionale e di essere annoverata tra le cosiddette “top players”, anche se è consapevole che per far questo ce n’è di strada da fare. Certo è che poter coltivare questo sogno con a disposizione le big di Roma Nord – le campionesse d’Italia in carica – è già un ottimo inizio. Perché Hilda, ormai regolarmente, ha la possibilità di fare qualche allenamento con la prima squadra campiona d’Italia in carica, occasione propizia per dar seguito a un’antica massima che recita “impara l’arte e mettila da parte”. E considerando anche e soprattutto il manico della sua Juniores, quel Giorgio Regni tre volte campione d’Italia, allora l’ambiziosa Hilda può dormire su sette cuscini.

INIZI DIFFICILI Nata e cresciuta in Transilvania, territorio allora annesso all’Ungheria, la famiglia si trasferisce in Italia quando Hilda ha nove anni. Un’infanzia felice, se non fosse per un piccolo neo: la difficoltà di coltivare la congenita passione per il calcio, perché con i maschi non era possibile e per la squadra femminile era troppo piccola. Tutt’al più, sempre in riferimento al periodo pre-trasferimento italiano, la possibilità era giocare in porta nelle partite con il fratello Hunor e i suoi scettici amici. Scetticismo che scomparve dopo un rigore calciato magistralmente da Hilda in una delle tante sgambate, E da quel rigore Hilda abbandona la porta, perché con i suoi piedi forse è solo uno spreco.  Nel Belpaese, invece, le cose sono diverse. La determinata Hilda inizia subito a giocare, La Bombarda e Ludiroma le sue prime squadre. Esordi difficili, perché per la giovane Toth è tempo di ambientarsi, il tempo trascorre veloce tra Juniores e serie D dove, almeno agli inizi, Hilda non gioca molto. Ma successivamente si spalancano le porte dell’Olimpus di Giorgio Regni. Un nome, una garanzia. E così Hilda, tra il fondamentale apporto della scuola e l’impegno con la Juniores romana, completa il suo processo di ambientamento nel nuovo Paese che la ospita. Tra un allenamento e l’altro, ma soprattutto tra un’ambizione e l’altra. Il piglio è quello giusto. Sognando la Nazionale.

Hilda, questa tua passione per il pallone è nata insieme a te oppure solo in un momento particolare?

«Mi sono sempre piaciuti tutti gli sport, ma quello che mi ha colpito di più entrandomi nel cuore e che cominciavo a prendere più sul serio è il calcio».

Quando giocavi con gli amici di tuo fratello, cosa ti dicevano? Erano un po’ stupiti all’idea di giocare con te?

«All’inizio, quando avevo circa sei anni (e loro dieci), mi mettevano sempre in porta. Finché non segnai di rigore, rimasero stupiti. Col tempo erano abituati a vedermi giocare, quindi cominciavano a farmi giocare anche fuori dalla porta. Qui in Italia invece ogni volta che giocavo sentivo tutti gli occhi addosso a me. Chi mi vedeva restava stupito, perché non capitava quasi mai di vedere una ragazza giocare a pallone. Adesso il calcio femminile fortunatamente si sta diffondendo, quindi diventerà normale vedere ragazze praticare questo sport».

Adesso qui in Italia le cose vanno decisamente meglio, sei nell’Olimpus e puoi imparare tanto. Come procedono gli impegni agli ordini di mister Giorgio Regni? Raccontaci.

«Con il mister Giorgio Regni imparo tanto in ogni allenamento. Mi aiuta molto a crescere e a realizzare il mio sogno, cioè arrivare a livelli alti. Perché ha esperienza, conoscenze, e se vede una giocatrice che può arrivare lontano la aiuta, come ha già fatto, facendo arrivare alcune ragazze in Serie A e in Nazionale».

E’ corretto affermare che la passione per il futsal abbia magari accelerato il tuo processo di integrazione in Italia?

«Mi sono integrata grazie alla scuola, ma anche il futsal mi ha aiutato un po’, perché mi ha fatto diventare meno timida, quindi ora riesco a socializzare più facilmente».

Al momento fai pure un allenamento con la prima squadra. Qual è l’aspetto più bello di potersi allenare con così tante campionesse?

«È un’esperienza unica. È un sogno allenarsi con queste giocatrici professioniste, vedere non solo le partite, ma anche la squadra dall’interno. Penso che sia la strada giusta per crescere nel migliore dei modi».

C’è qualcuna in particolare a cui ti ispiri e che prendi come riferimento per il futuro?

«Seguo i giocatori che fanno la differenza, sia di calcio che di futsal, ma nessuno in particolare».

Hai gli obiettivi ben chiari nella tua testa: nazionale e serie A. Come si arriva, secondo te, a questi traguardi così importanti?

«Secondo me per arrivare a traguardi importanti serve la mentalità giusta, moltissimo allenamento e pazienza».

 

 

 

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