Futsal

Nanà, nostalgia canaglia: “Futsal grande amore”

7 mesi fa la sua ultima partita in Italia, coincisa con la vittoria dello Scudetto in un PalaNelsonMandela strapieno.

Molti dei presenti, quel giorno, erano lì a tifare per le viola dell’Isolotto, favorite per nella serie tricolore che le vedeva avanti 2-0 nella “bella”. Difficile non ricordarsi il seguito: sulla panchina del Montesilvano c’è Borzuk de Lima Fernanda, per tutti Nanà, che non vede l’ora di divorare quel benedetto black futsal. Il suo rapporto con il tempo è qualcosa che fila inspiegabilmente sempre liscio: a tutti capita di perdere un treno, di entrare al cinema quando lo spettacolo è già iniziato. Lei, invece, col tempo va a braccetto: è sempre dove deve al momento giusto. Quel giovedì, invece – a 32 anni compiuti da poco – il suo momento se lo va a cercare come se non fosse un’atleta che abbia già vinto l’onore di vincere tutto nella stagione dei record (2013/2014) con la maglia della Lazio: perfetta la pressione che le permette di recuperare su Soldevilla e – al primo pallone toccato (forse il secondo, ma che importanza ha?), Nanà riapre il match con un piatto chirurgico sul primo palo. Passano pochi giri di lancette e Nanà tocca un altro pallone: il secondo, forse il terzo, continua a non avere importanza. Quello che conta è che la zampata ad anticipare Giustiniani vale il 2-2 in una finale partita come un incubo Il Montesilvano torna in carreggiata e di lì a poco, alza al cielo la coppa riservata ai numeri uno.
“Ricordo tutti i particolari di quella partita. Abbiamo lottato con tutte le nostre forze per raggiungere un obiettivo che per tanti sembrava ormai lontano e perso. E io, anche che per solo per 10 minuti, sono riuscita a dare il mio contributo come ho sempre fatto durante la stagione, aiutata dalle mie compagne, che sono fantastiche giocatrici e splendide persone”.

Da quel 2 giugno ad oggi, tanto è cambiato nella vita di Nanà, ma alcuni ricordi testando ben saldi nella memoria. Pur cambiando sport (ora gioca nell’Anderlecht, calcio a 11), pur se gli affetti (il compagno, Max Bellarte, è l’attuale tecnico del Halle Goik, club con il quale ha da poco vinto la BeNe Cup) e il corso degli eventi, ti portano a ben 1500 chilometri da quella che prima chiamava casa: Montesilvano.
“La vita è bella per questo. Tante sono le cose che ci accadono e solo chi resta fermo e ancorato alle proprie insicurezze non vede il mondo e non gode della vita. Il mio punto fermo rimane la mia famiglia, con questa base sono disposta a vivere ogni cosa, cambiando quando non viviamo al meglio, migliorando quando si vive bene, ma mai restando fermi”.

Famiglia (da due anni, a riempire di gioia la vita del “filosofo” e miss Bellarte, è arrivato il piccolo Samuele) e futsal sono puro ossigeno per la calciatrice di Londrina (Paranà).
“Il calcio a 5 è sempre stato la mia vita – conferma lei – e fortunatamente, sia Roma con la Lazio che a Montesilvano, ho incontrato ambienti che mi hanno dato la possibilità di vivere a pieno questa passione giocando ai massimi livelli. Ho grande riconoscenza nei loro confronti”.

Sarà per questo che – anche se ora il pallone non è più a rimbalzo controllato – quando si parla di futsal, sul volto di Nanà scende un velo di nostalgia.
“Continuo a seguire con grande interesse questo sport. La Serie A d’élite è diventata una competizione esaltante e agguerritissima: Montesilvano, Olimpus, Lazio, Statte, Ternana, Breganze, Kick Off forse ne dimenticherò qualcuna, ma la lotta per il titolo sarà più aperta che mai”.

Negli occhi di Nanà passa una scintilla che non possiamo non notare e azzardiamo la domanda.
“Un mio ritorno? In Italia ho vissuto benissimo e c’è uno dei campionati di più forti del mondo, quindi rimane sempre una possibilità che valuto con piacere. Dipende da cosa sarà più giusto per la mia famiglia e dal fatto che ci possa essere qualcuno a puntare su di me per il proprio futuro sportivo”.

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