La spagnola ex Majadahonda e Fasano, a quota 8 centri stagionali, non ha dubbi: «Dobbiamo imparare ad essere più regolari e imparare a colpire gli avversari nei loro punti deboli. Tivoli? Gioca bene, guai a guardare la classifica».
Continuità e concentrazione cercasi. La Jasnagora è pronta a tornare in campo, domenica c’è l’Unicusano Queens Tivoli da affrontare in trasferta. Gara affatto semplice, perché il girone B ha dimostrato a più riprese che non esistono squadre materasso da affrontare con spocchia e superficialità, l’intoppo è dietro l’angolo. Non a caso le laziali sbancarono la Sardegna nel girone d’andata, quindi guai a vedere i 7 punti che separano Jasnagora e Tivoli, mai nessun errore potrebbe essere più fatale. La formazione sarda di mister Fadda, reduce da un ottimo filotto di tre risultati utili consecutivi (il pari con la PMB Roma in mezzo alle due vittorie con Virtus Ciampino e Grivan Group) deve imparare a marciare con regolarità, evitando i soliti errori. Sicuramente è dello stesso avviso anche Marta Vaquero Hernandez, la spagnola ex Majadahonda e Fasano giunta in Sardegna in estate – prima straniera della storia del sodalizio isolano – che già non vede l’ora di rimettere piede in campo. Otto gol messi a segno finora, molti dei quali pesanti, con l’obiettivo di incrementare tale bottino col fine ultimo di aiutare la sua Jasnagora a trovare continuità di gioco e punti. Taciturna fuori, decisa in campo, Vaquero Hernandez aveva un conto aperto con l’Italia, dopo l’ultima stagione poco felice a Fasano a causa di un infortunio che ne ha parecchio limitato il rendimento in campo. Tutt’altra storia alla corte del presidente Fabio Ledda, per fortuna, perché la Jasnagora per la giocatrice di Majadahonda stata una sorta di panacea sportiva: società esemplare e spogliatoio unito, fattori che si aggiungono a quella meravigliosa sensazione che la Sardegna ti regala fin dal primo giorno in cui ci metti piede, quella di sentirti sempre a casa. E Vaquero ringrazia. Totus tuus, Jasnagora mia. Totus tuus.
Marta, facciamo un bilancio provvisorio. Vedendo la classifica, qual è lo stato d’animo che provi tu e tutta la squadra?
«Anche se il nostro piazzamento in classifica non è propriamente soddisfacente, credo che ora lo stato d’animo della squadra in generale è buono, soprattutto perché abbiamo chiuso il girone d’andata con tre sconfitte consecutive e ora abbiamo iniziato il ritorno con due vittorie e un pareggio che sono stati abbastanza importanti, perché ci permettono di non staccarci del tutto dalle squadre che ci precedono in classifica e questo penso che debba essere un motivo per ognuna di noi per dare tutto quello che si può fino alla fine del campionato».
Dando uno sguardo ai risultati, forse la pecca più importante è stata la mancanza di continuità nei risultati.
«Senza dubbio il nostro maggiore difetto è che non siamo una squadra dall’andamento regolare e questo ci sta penalizzando molto in classifica. Nel nostro girone ci sono squadre ormai rodate e livellate che ti puniscono al primo errore, per questo è molto importante non perdere la concentrazione neanche per un minuto, proprio perché tutti i nostri avversari approfittano di ogni tuo punto debole per colpirti. E a noi è mancato proprio questo, non riuscire ad individuare nessun punto debole nei nostri avversari e quindi punirli».
Parliamo di te. Soddisfatta di quanto hai fatto finora?
«Diciamo che io per natura non sono mai soddisfatta di me stessa, perché anche se in tutte le partite voglio uscire dal campo dopo aver dato il massimo, sono molto critica e sempre credo che avrei potuto fare qualcosa in più, anche quando vinciamo. Anche perché sicuramente ho altri difetti che è mia intenzione limare o eliminare attraverso il lavoro negli allenamenti».
Dopo l’anno poco fortunato a Fasano, ci tenevi a riscattarti quest’anno. E hai trovato l’ambiente giusto per farlo. Confermi?
«Dopo la sfortuna dell’anno passato, tra infortunio e altre cose, avevo un po’ di paura di tornare in Italia. Però non solo non sono pentita di averci riprovato, ma sono estremamente felice per l’ambiente Jasnagora nel suo complesso, a partire dai dirigenti fino ad arrivare a mister e giocatrici. Non potevo chiedere di meglio».
Torniamo alla squadra. Ci sono ancora tante partite da fare. Quali sono i vostri obiettivi per questa seconda parte di stagione?
«Per questo girone di ritorno credo che il nostro obiettivo principale è quello di dimostrare di aver appreso da tutti gli errori commessi nel girone d’andata, perché i risultati arrivano solo lavorando duramente».
E i tuoi obiettivi personali?
«Il mio obiettivo personale è fare un buon campionato qui in Italia. E questo per me significa aiutare la squadra in tutto quello che posso. Alla luce di questo, devo continuare a lavorare per colmare le mie lacune e affinare i miei pregi».
Prossima partita contro la Queens Unicusano Tivoli. All’andata il risultato non vi ha sorriso. Quale partita sarà?
«Anche se non è messa benissimo in classifica, è stata senza ombra di dubbio la squadra che più ci ha messo in difficoltà con il suo gioco, per questo non crediamo affatto che sia una partita semplice e anzi dobbiamo giocare e lottare al meglio delle nostre possibilità per tentare di portare a casa la vittoria».