Storie

Feritoie del Pallone – Ersilia D’Incecco

“L’essere umano è felice solo quando si serve di tutte le sue capacità e di tutte le sue possibilità.”
Jostein Gaarder – “Il Mondo di Sofia”

26.12.2016

Passolanciano, provincia di Chieti, milletrecento metri sopra il livello del mare. Prima tappa di un comprensorio sciistico vasto.  Non c’è molta neve ma il cielo è limpido come il mare. Partito con la tentazione di rimettere gli sci ai piedi, mi ritrovo a camminare abbracciato da un panorama splendido.  Da due giorni sono qui. Un Natale insolito il mio, sovente trascorso tra le mura di Firenze solo e comunque per rispetto del proverbio inculcatomi dai nonni; “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”.

Solco i sentieri del massiccio montuoso della Majella o Maiella. Io che mi nutro di sogni,  miti e le leggende scrivo Majella. Seduto  sulla terrazza di una baita, carezzato dal sole, ripenso alla Dea Maja, la più bella delle Pleiadi,  partita da lontano con il suo unico figlio Ermes detto il Gigante, ferito in guerra e curabile solo con le erbe miracolose dei monti d’Abruzzo. A Maja non bastò il mare né lo sforzo d’amore, la neve coprì l’erba miracolosa e con essa il Gigante Ermes, suo figlio . Vestito di lacrime materne il Gigante fu adagiato sul Gran Sasso e ora ne vedi il profilo. Maja non trovò pace se non nella morte. Alcuni pastori la coprirono di vesti pregiate e fiori profumati. La montagna si plasmò nella Sua forma;  una donna riversa con lo sguardo al mare. La Majella divenne “La Madre” delle genti d’Abruzzo.

Nei giorni venturi vorrei incontrare Mauro, Federica e Silvia per parlare di un progetto legato al futsal femminile, Pescara è vicina come la ripresa del campionato. Il sole è ancora caldo, il tempo sembra essersi sospeso mentre una ragazza dal volto familiare sale le scale della baita. Sola, con la tavola da snowboard sotto braccio. Quella camminata la conosco ma non conosco appassionati di “tavola”, soprattutto da queste parti. Si siede a due tavoli da me, toglie gli occhiali da sole, ha i capelli raccolti e lo stesso sguardo dolce ma deciso, ritratto in una foto. Adesso ne sono certo, è inconfondibilmente Ersilia.

D'Incecco Scudetto

Ersilia evoca il ratto delle sabine, Ersilia la più nobile tra esse, Ersilia la mediatrice che mette pace ad una guerra infinita tra due popoli. Ersilia moglie di Romolo, primo re di Roma.

Ersilia evoca il futsal femminile, la Nazionale e la fascia di capitano al braccio: ERSILIA D’INCECCO. Con Ersilia beviamo un caffè. Lei accetta di raccontarsi, microfono acceso.
Il tono della voce è limpido, lo sguardo alle montagne, Ersilia parla:
10 Gennaio 1989 ore 20.10. Ospedale Spirito Santo Di PescaraQuarto Piano, Ala Est . Maternità. Mamma Angela mette alla luce del sole Ersilia.
Papà Andrea e il fratellino Augusto ,nato poco più di un anno prima , sono fuori nell’ attesa di vedere la nuova componente della famiglia.
Papà Andrea
, pescatore, figlio di pescatori; I nonni paterni abitavano nella marina sud di Pescara a due passi del fiume. Quarto di sei figli mio padre ha sempre cercato di insegnarmi il rispetto per la vita e per le cose semplici .
Mamma Angela invece, nasce nella Marsica a Capistrello, un paesino di montagna vicino alla piana del Fucino di Avezzano. La nonna lavorava nei campi e il nonno nelle gallerie, si ammalo’ giovane.”

Le storie assumono il colore della bellezza, quando tutto è mosso dall’amore; e in questa storia ce n’è in abbondanza.  Ersilia prosegue nel racconto: “Mamma,appena ventenne  si è trasferisce a Pescara per inseguire l’amore per mio padre ! A 21 anni mette al mondo Augusto
Augusto, Ersilia, una famiglia giovane, dove mamma Angela ha un ruolo centrale. Così la tratteggia Ersilia; “La mamma non ci lascia mai soli . Si prende cura di noi inculcandoci i veri valori della vita . L’ amore per la famiglia e il rispetto per il prossimo. Lavora saltuariamente alle poste, fino ad ottenere un posto fisso.”

D'Inceccco

Il sole è ancora alto, osservo il cielo terso, tagliato dalle vette di queste montagne, mentre Ersilia parla del primo spostamento familiare:
“Quando ho 3 anni, ci trasferiamo con la mia famiglia nella periferia di Pescara, in una zona residenziale,al confine con Francavilla al mare. Il quartiere è nuovo. Io e mio fratello abbiamo subito fatto amicizia con i bimbi che erano nel nostro cortile. Alessia, Alessio, Pietro, Michael, Simone, Federica, questi i nomi che ricordo di più. Con alcuni ancora oggi ho amicizie vere!”

I cortili, luoghi di fioritura dove sbocciano le amicizie innocenti e le passioni vere, dove i palloni rimbalzano liberi. Qui e poco vicino da qui, sboccia la passione di Ersilia per il pallone. Ersilia, introversa,  comunica con i compagni di gioco attraverso il pallone:
“Vicino casa un centro sportivo nuovo, sempre chiuso, ancora da  inaugurare. Noi passavamo le giornate intere lì dentro, a giocare a pallone.
Ho dovuto per forza adattarmi allo sport più praticato altrimenti sarei rimasta esclusa dai giochi. All inizio non era facile perché io avevo un carattere abbastanza riservato e introverso perciò comunicavo con gli altri tirando calci al pallone. La passione per il calcio era sempre più forte.”

Le vecchie glorie e Ersilia

Anche se Ersilia, si appassionerà sin da subito del calcio a 5, i primi insegnamenti tecnici li ha da due ex calciatori di serie A. Quella serie A che in chi vi scrive, sfoglia i ricordi degli album Panini e del Pescara degli anni settanta. Ancora Ersilia come un fiume in piena: “Vista la mia passione, mamma mi portò ad una scuola calcio della parrocchia : la Pescara Master, dove vecchie glorie del Pescara, Vincenzo Zucchini (mitico capitano del scomparso nel 2013 ndr) e Giacomo Chinellato, iniziarono ad insegnarmi i primi rudimenti calcistici. Ero il capitano di un intera squadra di maschiacci. Avevo i capelli corti a spazzola e giocavo insieme a mio fratello. Nella stessa squadra. Spesso i bambini non credevano che fossi una femminuccia e a me questa cosa piaceva” dice ridendo Ersilia.

Ersilia incontra il futsal

L’ aria si raffresca, Ersilia mi chiede se gradisco un “bombardino”, essenziale in alta quota.  Io accetto volentieri, affascinato dal suo racconto. “Fino a 13 anni ho giocato con il Pescara Master “ prosegue Ersilia,  “poi una sera d’estate nel centro sportivo sotto casa trovammo un gruppo di ragazze che sembravano far parte di una VERA SQUADRA FEMMINILE. E allora con Alessia ci facemmo avanti e ci presentammo. Avevamo un po’ di timore, vista la differenza d’età, ma le ragazze furono bravissime e ci “tirarono” subito dentro. È stato un inizio bellissimo, a 13 anni e mezzo ho fatto il primo torneo con la squadra in Sardegna . Un esperienza che ricorderò per tutta la mia vita .

La giovane Ersilia fa già la “differenza”

Se hai coraggio, se sei altruista e hai fantasia, l’età non conta come i rigori sbagliati da “Nino” nella leva calcistica del ‘68. E tali caratteristiche Ersilia le ha già: “Con la squadra abbiamo iniziato a partecipare ai campionati abruzzesi mi ricordo ancora una finale di coppa Abruzzo che vincemmo sul campo uno a zero con un mio gol ma poi perdemmo perché la squadra avversaria ci fece ricorso perché io ero troppo piccola per giocare, avevo 13 anni e mezzo. Abbiamo vinto tanto in Abruzzo . Campionati regionali e coppe regionali .

Il regalo più bello

Ersilia a 14 anni studia a scuola e si distingue nel calcio a 5, mentre sua madre, le prepara la sorpresa più bella, a completare un quadro familiare splendido: “ Mamma dopo 14 anni mi ha fatto il regalo più bello che potesse farmi . Mi ha regalato l’amore della mia vita Mattia!  Mio fratello, il minore, che mi segue ovunque e per me è sempre il piccolo Mattia, anche se oggi è adolescente “

Ersilia tra futsal, studio, lavoro e infortuni

Il “grande gruppo” legato al futsal si consolida e la storia di Ersilia s’intreccia con una delle squadre simbolo del futsal femminile in Italia: Il Città di Montesilvano.
Ersilia: “Il nostro gruppo era sempre lo stesso
ma siamo migrate prima dal Ponzio Pescara, poi al Montevelino c5, Città di Pescara, Lazio Calcetto ed infine al Montesilvano. Nel 2007 vincemmo lo scudetto a Norcia in finale contro la Virtus Ciampino e poi la supercoppa contro l’ Imolese in casa nostra al Palarigopiano di Pescara, quando ancora le transenne gialle, separavano il parquet dagli spalti. L’anno successivo, decidemmo di trasferisci per un anno nel campionato laziale per confrontarci quotidianamente con realtà più competitive. Quel anno non riuscimmo infatti a raggiungere le finali nazionali.”

Oltre a vivere una vita sui campi da futsal cercavo di arrangiarmi con qualche lavoretto. Dopo essermi diplomata ho iniziato il corso di laurea in  Scienze della comunicazione. Studiavo giocavo e saltuariamente lavoravo per mettermi da parte qualche soldinoMi trasferì  per un annetto ad Avezzano per fare il corso da operatore socio sanitario. Tra tirocini in ospedale viaggi in treno per correre a fare allenamento a Pescara non perdevo mai di vista il mio obbiettivo. Essere felice!

Assunta da Mc Donald’s , per amore di questo sport mi licenziai per andare a fare le finali di coppa. Riniziai una nuova stagione e decisi di lavorare in un bar . Mi assunsero e per del tempo rinunciai a giocare a tempo pieno. Mi allenavo da sola in palestra,  andavo a lavorare e due giorni a settimana mi allenavo con la squadra . Giocavo solo le partite in casa e raramente andavo in trasferta perché la domenica lavoravo sempre.

Il  2010 siamo  passate ad affiancare la realtà della nostra città . Il citta di Montesilvano. All inizio non è stato facile,  anche se  nello stesso anno arrivammo alle finali scudetto e vincemmo un altro scudetto a Roma . Sempre contro la Virtus Ciampino. Realizzai una doppietta. Che bello quello scudetto! Il risultato di sacrifici e amore per questo sport . Quell’ anno vincemmo anche la supercoppa contro la bestia nera Real Statte ( anche lì Ersilia lascia il segno con una doppietta ndr)  

Poi tra le tante vittorie a volte sono caduta;  ho rotto due volte il legamento crociato anteriore, il ginocchio destro cedette in un quarto di coppa Italia a Pesaro,  poi fu la volta del ginocchio sinistro,  in semifinale scudetto contro la ternana .

Tutte le volte mi sono sempre rialzata, sono testarda e caparbia ma grazie anche ad un gruppo splendido ho potuto ricominciare, non dimenticherò mai la forza che mi ha dato la  squadra nel momento in cui sono rientrata dagli infortuni. Due anni fa Francesca (Salvatore) mi ha consegnato la fascetta da capitano . Un significato molto importante per me,  perché rappresentavo l’ allenatrice che mi ha cresciuto nello spogliatoio,  e rappresentavo la mia squadra di fronte alla società . Ho cercato di svolgere al meglio questo compito affidatomi; abbiamo discusso, litigato ma non abbiamo mai smesso di rappresentare la nostra forzaLa scorsa stagione abbiamo vinto lo scudetto. Non eravamo di certo la squadra più forte sulla carta . Ma siamo state brave a trovare sempre la forza di dare il meglio di noi.”

Il Città di Montesilvano, oltre ad essere una squadra propositiva nel gioco, ha una caratteristica indelebile, è cresciuta assieme passo dopo passo, sotto una guida tecnica di spessore, consolidando valori e unione negli anni. Questo nell’arco di una stagione emerge, soprattutto nei momenti apparenti di difficoltà. Lo scudetto dello scorso anno ne è testimonianza; a Firenze, mentre l’avversario aspettava il fischio finale per il tripudio, il “Grande Gruppo”, rimaneva attaccato denti e cuore ad una partita che sembrava segnata. Il risultato finale, lo conosciamo tutti e può raffigurare a pieno titolo “lo Sport” in tutta la sua pienezza.

Scudetto D'Incecco

Ersilia e la Nazionale

Che Ersilia entrasse in pianta stabile nella giovane Nazionale italiana, per chi ama questo sport, era abbastanza scontato ma da queste considerazioni alla convocazione ufficiale, c’è un’emozione che solo la diretta interessata può raccontare. Ersilia mi dice: “La notte magica, emozioni indescrivibili” e i suoi occhi si illuminano; “Ho sempre creduto che per arrivare ai livelli dei grandi marziani del futsal bisognasse lavorare più di loro . Più allenamento mi avrebbe portato a dare il meglio . Perciò credo che non si debba mai arrendersi alla fatica . Perché il lavoro paga sempre e io in ogni singola seduta cerco di dare il massimo di me. Nel primo torneo internazionale mi è stata data la fascia da capitano in nazionale, sono emozioni indescrivibili, perché sei lì a rappresentare la tua Italia”

D'incecco Nazionale

Il cielo sopra Passolanciano è sempre limpido, il freddo inizia a farsi sentire, assaggio grappa del posto che Ersilia, rigorosamente non si concede. Continuo ad incalzarla con le domande perché è un piacere ascoltarla: Ersilia hai finito gli studi?
No, ma li  finirò. Penso che non sia mai troppo tardi, mia zia si è laureata a 44 anni in scienze infermieristiche. Credo che i fogli di carta contino poco, un po’ come i calcoli. Non li ho mai fatti nella vita. Ho sempre pensato a vivere la vita giorno per giorno, perché oggi ci sei e forse domani non si sa dove siamo. Mi piace lavorare con i bambini. Ho sempre lavorato con loro nelle ludoteche e nei baby club e ora insegno in una scuola calcio.”

A proposito di calcio, come ti vedresti in un campo a 11?
Ersilia sorride: “È stata una domanda che ho fatto a molte giocatrici di calcio … perché io non riesco a trovarmi un posto. Vorrei essere tipo Pirlo … non so dietro le punte forse… Ma non saprei da dove iniziare. Mi piacerebbe guidare una squadra di ragazzini a calcio a 11. Alcuni principi sono uguali.”

E in campo cosa ti riesce meglio?
“Non riesco a dare un giudizio su di me. Lascio sempre agli altri le valutazioni. Personalmente voglio sempre portare la mia identità in campo. Voglio essere me stessa!  Non voglio mai abbassare la testa di fronte a nessuno. Porto rispetto a qualsiasi avversario . Ma se qualcuno è più forte deve battermi . Anzi deve battere la mia squadra .Sono una guerriera . Mi piace fare le cose semplici,  giocate di squadra . Non mi piacciono i fenomeni che risolvono le partite con giocate spettacolari . Ma preferisco le vittorie della squadra.”

E cosa ami fare in campo?
“Mi piace impostare il gioco. Mi piace fare l’ assist e non il gol. Mi piace sacrificarmi per una compagna e vedere una compagna che arriva dove non ce l’ho fatta io. Mi piace dare una pacca sulla spalla della compagna a terra. Mi piace interrompere un due contro uno.  Mi piace trasmettere tranquillità alla squadra, sia nel caso di vittoria che nel caso contrario. Mi piace battere il quarto rigore. Mi piace contribuire a creare un clima sereno, perché credo fermamente che un’atmosfera serena influisca positivamente sul rendimento generale”

Credi più alla tattica o alla tecnica?
“Bella domanda! Penso di  non esser nata con qualità tecniche altissime . Ma si può sempre migliorare lavorandoci, anche se in Italia iniziamo tardi. Per questo motivo credo che in alcune partite la tattica sia fondamentale e con essa la strategia, perché i particolari fanno la differenza e in alto arrivano squadre che hanno alle spalle, tanto lavoro tattico individuale e di squadra. Certo, un giocatore tecnico può far divertire il pubblico, ma alla lunga la strategia vince.”

Gol D'Incecco

Dopo sedici anni, cosa ti ha spinto a lasciare casa?
“Mi piacciono le sfide, so che a Montesilvano ho lasciato il paradiso… ma avevo voglia di scoprire cosa c’era fuori, di mettermi alla prova e  vedere come reagisce Ersilia in una nuova realtà . La Lazio è stata anche una scelta di vita, un viaggio nel quale Tonia mi ha accompagnato. Certo, io dentro mi porto Francesca, Consuelo il mio capitano, Alessia, Samira, Ampi, Rossella, Mauro, Federica. Tante persone.”

Ersilia, sia  in campo che fuori, ho l’impressione di trovarmi davanti ad una “testa pensante e altruista”. E’ così?
“Si. Nicoletta non a caso mi chiama il buon samaritano, perché antepongo spesso il bene degli altri e delle mie compagne al mio.”

Direi caratteristiche essenziali per un Capitano, non pensi?
“Divento rossa al solo pensiero di parlarne, non avrei mai pensato di ricoprire questo ruolo. Prima ero molto timida e parlavo poco. Quasi niente. Mi prendevano in giro perché mi vergognavo anche della mia ombra. Anche adesso parlo poco ma ho imparato a farlo nel momento giusto.”

Quanto “rubi”  con gli occhi dal modo di giocare delle tue compagne?
“Cerco di apprendere sia  dalle compagne che dalle avversarie e anche dai colleghi maschi della massima serie. E a Pescara fin da adoloscente non mi son persa mai le gesta dei giocatori italiani e stranieri passati dalle mie parti; da Foglia, Morgado, Garcias, Forte, alla Nazionale, quando ancora c’era il compianto Corrado Roma, fino ad arrivare a Borruto, Cuzzolino e Burato. Da appassionata e praticante ho potuto studiare tanto dal vivo”

Cosa vedi all’orizzonte del Futsal femminile? Cosa già c’è di buono e cosa può migliorare?
“Difficile prevedere il futuro. Senz’altro nel mio piccolo farò di tutto per farlo crescere nel migliore dei modi per vederlo diventare sport olimpico. Ad ora mancano Società serie e tecnici preparati. Vorrei che tutti, anche quelli che non hanno la possibilità di vivere il futsal, provassero le stesse sensazioni ed emozioni che proviamo noi.”

Una giovane sulla quale sei pronta a scommettere?
Ludovica Coppari, anche lei come me a 17 anni ha vinto il suo primo scudetto. Rivedo in lei i miei primi calci anche se Ludovica ha in più di me,il fisico e la “testa”,  oltre ad essere già “Nazionale” a 18 anni.”

Coppari D'Incecco Nazionale

Le ore son volate via come minuti, divaghiamo con Ersilia.  Parliamo un pò di libri e di  musica mentre lei si allaccia gli scarponi. La letteratura è senza età, me ne rendo conto quando Ersilia mi dice del suo libro preferito: “Il Mondo di Sofia”. La musica no, è tiranna, ti accorgi che il tempo fugge via quando  perdi il contatto con i cantanti i giovani. Ersilia apprezza in particolare una canzone di Mengoni – Il Guerriero,  adatta per i momenti difficili.

Ci salutiamo. Ersilia scivola giù con la sua tavola da snow, la pista sembra il campetto dove da piccola aveva imparato a districarsi palla al piede, tra i più grandi. Se nel cuore umano regnano umiltà, sensibilità e tenacia, nascono frutti splendidi. Ersilia adesso non è più una bambina ma una giovane matura. Un simbolo della Nazionale e soprattutto del futsal femminile, sbocciato tra sudore, applicazione, passione. Un sogno accarezzato, inseguito e realizzato fino a diventare ciò che Ersilia adesso è; un Simbolo, un Segno da seguire per divenire Grandi!

 

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