Futsal

Bellator, parla Iannucci: «Ripartiamo dal gruppo, al Silver faremo bene»

La giocatrice abruzzese del tecnico Roberto Chiesa e i buoni propositi per il 2017: «Pensiamo a raccogliere qualche punto in più, il lavoro paga sempre. Abbiamo pagato un po’ d’inesperienza, ma siamo unite. Ritorno in Nazionale? Lavoro anche per questo». Mercato, in arrivo due pedine dal Sudamerica.

In molti si sono espressi sul concetto di “difficoltà”. Lo scrittore, poeta e drammaturgo tedesco Goethe diceva che “le difficoltà crescono a misura che ci si avvicini alla meta. Seminare non è così difficile come raccogliere”. Invece lo scrittore, poeta e blogger brasiliano Paulo Coelho sostiene che “chi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia”. Due concetti, tra i tanti, che riescono ad inquadrare un po’ il cammino della Bellator Ferentum, passato e futuro. La formazione laziale ha saputo raccogliere solo tre punti finora, frutto della vittoria contro il Bisceglie. Non un bottino esaltante, ma tempo e occasioni per migliorare ci sono. Per la formazione del tecnico Roberto Chiesa, come per tutte le altre, il 2017 in arrivo è un’occasione utile per tracciare un bilancio parziale. A farlo nello specifico è Federica Iannucci, un riferimento in campo e fuori per il gruppo Bellator. È giovane, ma ha le idee chiare. Iannucci è ben consapevole che di pioggia ne dovrà arrivare ancora tanta, necessaria per vedere l’arcobaleno postumo della salvezza. Anche se la società potrebbe rendere il cammino “piovoso” della Bellator meno bagnato con l’arrivo di qualche pedina importante dal mercato. Due gli innesti in programma ed entrambi provenienti dal Sudamerica, stando alle immancabili voci di corridoio. Dimostrazione tangibile che la società non è stata a guardare nell’ultima sessione di mercato invernale. Persa Üveges per motivi strettamente personali, la Bellator però riparte da Iannucci & C. Aspettando gli innesti. Ed anche per la talentuosa abruzzese l’occasione è propizia per tirare un po’ le somme del suo 2016, tanto dolce quanto insidioso. Ma a 23 anni appena compiuti c’è sempre la prossima occasione da cogliere, perché è così che si ragiona a quest’età: la prossima partita, il prossimo gol, il prossimo ritiro. E magari la prossima convocazione in azzurro. Intanto, però, c’è una Bellator da salvare.

Federica, la classifica non è delle migliori. La tua disamina in merito qual è?

«Gruppo nuovo e giovane, otto elementi inseriti ad agosto. Ci abbiamo messo un po’ di tempo per carburare e capire bene i meccanismi ed entrare bene nelle idee del mister. Abbiamo quindi peccato nei tempi di rodaggio, troppo lunghi. Forse anche comprensibile, perché tranne Muñoz e Alvino, le altre sono tutte sotto i 25 anni. Abbiamo ancora poca esperienza, ci sono giocatrici che non avevano affrontato l’Elite, chi veniva da esperienze regionali ed altre che come me, Boutimah e Mercuri che abbiamo giocato a livelli più alti, come la Nazionale, che si sono ritrovate in un ambiente diverso dove non sei più la sostituta di qualcuna, ma una pedina fondamentale del gioco che devi sviluppare. Anche se a differenza delle prestazioni d’andata con Statte, Olimpus e Montesilvano abbiamo evidenziato dei progressi positivi, pur non portando a casa i tre punti. Sono le prime tre squadre del campionato e ce la siamo giocata, non dico alla pari, ma quasi per lunghi tratti di partita. E questo dice tanto».

Nonostante le difficoltà, il vostro gruppo è unito. È da qui che ripartite, dalla vostra coesione?

«Sono state tante le difficoltà, sì. In riferimento a vicissitudini burocratiche, come il problema del palazzetto di Frosinone che per fortuna ora abbiamo risolto. Sono comunque dei bastoni che si mettono in mezzo a delle ruote che facevano già fatica a camminare da sole. Abbiamo avuto difficoltà col preparatore, l’abbiamo dovuto cambiare in corsa. E ora Marco Rossi, il nostro attuale preparatore, è uno dei migliori che io abbia visto. È molto bravo, perché integra bene parte tecnica, mentale, fisica e tattica. Abbiamo un gruppo unito che pensa a fare le cose per bene, un gruppo che pensa al futsal come passione, divertimento e condivisione di emozioni. Remiamo tutte verso lo stesso obiettivo e questo ti porta dei risultati, anche se non sempre a livello di punteggio o di competizione, ma a livello umano, di crescita personale che ti permettono di arricchire la tua esperienza personale. Pensiamo sempre a lavorare, con il sorriso. La società e il mister ci sanno gestire bene, facendoci lavorare con serenità per raggiungere il nostro obiettivo stagionale. Non ci metto la mano sul fuoco, ma al Silver ci giocheremo l’entrata per i play-off scudetto».

Un anno pronto per andare agli archivi. Qual è il bilancio del 2016 di Federica Iannucci?

«A livello personale sono contenta. Dopo l’esperienza alla Lazio non era facile ripartire, è stato difficile allontanarmi e lasciare un bel gruppo, un’ottima società e un ambiente iper professionale che in Italia penso non si trovi. Nonostante la batosta presa quest’estate, quindi, ho voluto ricominciare con voglia di riscatto, volendo mostrare a me e a chi non credeva più nelle mie capacità quello che valgo e posso dare. Ho iniziato quest’avventura alla Bellator con tante aspettative, voglia di crescere, imparare e di diventare importante per la squadra, acquisendo più competenze possibile e crescere come persona e professionista. E per l’apporto che sto dando alla squadra e per come mi sento cresciuta rispetto agli anni precedenti, non potevo affrontare esperienza migliore. Sono contenta da un lato, questo per me è un trampolino di lancio per anni successivi per far capire a me che posso ambire a tanto e far capire a tante persone che hanno espresso dei giudizi affrettati su di me. Sono una giocatrice di 23 anni appena compiuti, il tempo per maturare c’è e voglio sfruttare questo tempo per diventare migliore come atleta e persona»

E se un anno è in uscita, un altro è in entrata. I buoni propositi per il 2017?

«Continuare il trend positivo del girone di ritorno e sperare in qualche punto in più. Appena rientriamo abbiamo gli scontri diretti con Fasano e Bisceglie, ci stiamo allenando bene. Faremo il Silver che sapremo sarà durissimo, ci troveremo squadre forti. Tutti ambiranno ai play-off, quindi mi auguro prestazioni migliori che possano sfociare in risultati concreti. Sempre in maniera umile e con piedi per terra. A livello personale spero di continuare a crescere e raggiungere i miei obiettivi fissati a inizio anno. E chissà, ricevere altre chiamate in azzurro. Perché il lavoro paga sempre. Sinceramente ho anche questa speranza per il 2017».

Uno sguardo alla nazionale. Nonostante le sconfitte al 4 Nazioni, l’Italia ha dimostrato di poterci stare tra le grandi. C’è da lavorare, però ci siamo. Sei d’accordo?

«All’inizio ero scettica, perché le prime partite che abbiamo fatto erano con squadre – Ucraina a parte – con un tasso tattico-tecnico inferiore al nostro. Test importanti sì, ma poco indicativi per attestare un’effettiva crescita. Questo 4 Nazioni è stato quindi un grossissimo banco di prova che l’Italia ha affrontato al meglio, non sfigurando con nessuna delle tre squadre tra le più forti a livello mondiale. C’è stato un comprensibile calo con Spagna e Russia, perché non siamo pronti ad affrontare partite così importanti in tempi così ristretti. Però l’Italia mi è piaciuta, ci sono grossi margini di miglioramento. Sarà importante dare spazio alle italiane e alle giovani, crescendo insieme a livello di staff, federazioni e giocatrici. La Nazionale è una fonte di prestigio per tutti. È da curare e tutelare, bisogna dare giusta importanza e valore. Partecipando a questo torneo si è data la spinta in più che chiedevamo tutti, perché penso che ad oggi abbiamo il campionato più competitivo d’Europa e del mondo. Con il lavoro otterremo risultati concreti contro avversarie blasonate»

Torniamo alla Bellator. In campionato si ripartirà con il Fasano, sfida non facile. Pensando alla sfida d’andata, quale gara ci aspettiamo?

«Il Fasano rappresenta una sfida importantissima, perché adesso hanno 4 straniere e sono una squadra altamente competitiva. Però io sono fiduciosa per noi, ce la giocheremo. All’andata fu un risultato un po’ bugiardo. Due grosse sviste arbitrali, altrettanti rigori non dati a noi e da uno è nata la ripartenza che ha dato il 2-1 a loro. Giocavamo anche senza portiere, un grosso handicap, perché Muñoz era squalificata. Giocheremo senza il capitano Alvino, altro handicap. Però siamo a pieno regime. Sarà il preludio dello scontro diretto col Bisceglie, sperando di fare sei punti in queste due partite. In casa nostra col Fasano ce la giocheremo alla grande».

Chiudiamo con uno sguardo globale all’Elite. Favorita numero 1 per la vittoria finale, prima antagonista e possibile outsider per Federica Iannucci.

«Come dicevo prima, secondo me questo è il campionato più forte del mondo. Le squadre si sono rinforzate e abbiamo capito tutti che, e te lo dico con un po’ di rammarico, siamo straniere dipendenti. Giocando a figurine, l’Olimpus è la candidata numero uno. Nomi come Taty, Luciléia, Gayardo, Martin Cortés si presentano da soli. Hanno una rosa lunga e con italiane molto brave. Secondo me è la squadra favorita, come lo era l’Isolotto l’anno scorso. Ma si sa che non sempre la squadra più forte vince sempre, perché occorre anche – e parlo ovviamente per linee generali – un contorno altrettanto adeguato. Quest’anno si giocherà su queste differenze di mentalità e organizzazione. Prima antagonista, anche se ce n’è più di una, penso sia la Ternana che con Renatinha ha fatto il salto di qualità. Poi il Montesilvano campione d’Italia, capace di metterci spirito e personalità ineguagliabili. Ti parlo poi della Lazio con un roster rinforzato con il gruppo di italiano più forte in circolazione. Outsider metto lo Statte, perché ha avuto un percorso altalenante con vittorie e sconfitte, come quella inaspettata a Napoli. Deve forse sbrogliare definitivamente il bandolo della matassa. Squadra che ha fatto ben vedere è il Locri, altra possibile outsider. Vedo bene anche Breganze e Kick-Off. Il Sinnai è poi un’incognita, basa il suo gioco su due giocatrici fortissime come Peque e Vanessa, non dimenticando tra i pali Ribeiro e Milena Gasparini. È capace di vincere e perdere con tutte, vedi la partita con il Cagliari. Per questo ripeto, i grandi nomi non bastano. Conta anche e soprattutto cuore e unità d’intenti».

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