Le Olimpiadi di Rio 2016 si sono concluse da poco, ma le medaglie da contendersi non sono certo finite: sempre a Rio de Janeiro, infatti, stanno per iniziare le Paralimpiadi, in cui atleti provenienti da tutto il mondo si sfideranno dal 7 al 18 settembre.
I giochi paralimpici sono nati in Inghilterra nel 1948, grazie all’iniziativa del dr. Ludwig Guttmann, che riteneva che l’attività sportiva potesse essere importante per reinserire i feriti di guerra nella vita quotidiana. L’idea fu apprezzata, tanto da giungere alla prima edizione ufficiale delle Paralimpiadi, che si disputò a Roma nel 1960.
Da allora sono molti gli sport che sono stati via via aggiunti alle competizioni e, tra questi, non poteva certo mancare la scherma.
La scherma paralimpica, in effetti, è stata tra i primi sport introdotti, già nel 1953. Viene detta anche “scherma in carrozzina” proprio perché, attualmente, è questa l’unica specialità per i disabili ammessa a livello internazionale, sebbene già da qualche anno in Italia venga sperimentata con successo anche la scherma per non vedenti. Quest’ultima si limita all’arma della Spada e vanta già un circuito di gare nazionali ma, per il momento, non rientra nel programma di scherma delle Paralimpiadi.
La scherma in carrozzina viene praticata, com’è intuibile, su apposite sedie a rotelle, fissate sulla pedana di gara ad una distanza che varia in base all’altezza degli sfidanti. Si potrebbe pensare che gli schermidori paralimpici conducano gare più statiche rispetto ai colleghi che utilizzano le gambe, ma non è affatto così: gli atleti sviluppano una velocità ed una precisione dei colpi che rende gli assalti dinamici ed appassionanti. Non è un caso, infatti, che molti atleti normodatati inseriscano nella loro routine di allenamento anche esercitazioni da seduti, per migliorare la reattività del braccio armato.
Le specialità della paralimpica sono le stesse della scherma olimpica (Fioretto, Spada e Sciabola) ed hanno le stesse regole. L’unica differenza è nella Spada, dove gli atleti indossano una speciale mantellina non conduttiva sulle gambe, che in questo caso non risultano essere un bersaglio valido.
La scherma paralimpica si divide in tre diverse categorie, a seconda del livello di disabilità e di mobilità del tronco dell’atleta: la categoria A, la più numerosa, comprende soggetti affetti da paraplegie basse, deambulanti, amputati, emiplegici e spastici. La categoria B comprende invece atleti paraplegici non deambulanti. La categoria C, infine, comprende soggetti tetraplegici e, al momento, è l’unica ad essere esclusa dai giochi paralimpici.
A Rio la delegazione italiana si presenta piuttosto nutrita e affamata di medaglie. Nel Fioretto femminile avremo ben tre rappresentanti: nella categoria A Loredana Trigilia e Andreea Ionela Mogos, nella categoria B la ormai celebre Beatrice Vio. Le” tre moschettiere” parteciperanno insieme anche alla gara a squadre. Nel Fioretto maschile individuale i rappresentanti saranno invece due: Emanuele Lambertini (cat. A) e Marco Cima (Cat. B). Il Fioretto maschile vedrà partecipare anche la squadra, composta da Lambertini, Alessio Sarri e Matteo Betti. Quest’ultimo gareggerà anche nella Spada individuale, nella cat. A. Doppia gara anche Alessio Sarri, che parteciperà anche nella Sciabola individuale cat. B.
Infine proprio in questi giorni è stata ufficializzata la partecipazione anche di un ottavo azzurro: si tratta di Andrea Alberto Pellegrini, che parteciperà nella Sciabola. Inizialmente qualificato alla Paralimpiade e poi escluso per un improvviso cambio di regolamento, lo sciabolatore si è visto riammettere dopo il ricorso della Federazione Italiana Scherma.