Scherma

La medaglia di legno della sciabola femminile dal sapore amaro

Ha il sapore amaro il quarto posto della sciabola femminile nella gara a squadre. Ce l’hanno messa davvero tutta Irene Vecchi, Loreta Gulotta, Rossella Gregorio e infine Ilaria Bianco con la sua vana rimonta nell’assalto valevole per il bronzo.

Gregorio, Vecchi, Bianco e Gulotta ritratte da Bizzi

Gregorio, Vecchi, Bianco e Gulotta ritratte da Bizzi

C’è da dire che forse in pochi avrebbero scommesso in una giornata comunque così positiva dove la squadra ha dimostrato di essere lucida e compatta almeno fino alla semifinale. E sale ancora di più la rabbia per un assalto perso per sole tre stoccate dove c’è stato lo zampino del disegnatore arbitrale Ukraino Gutzait a rovinare la festa e a non permetterci l’accesso alla finale. Fonti da Rio ci dicono che  sul 44-42 per l’Ukraina con, i due arbitri al video, Gutzait si sia alzato e avvicinato per influenzare la decisione arbitrale che terminava con l’assegnare il punto all’Ukraina. Parte della delegazione Italiana, e non solo, insorgeva al che il delegato mostrava il dito medio verso l’intera delegazione. Il grave gesto che si aggiunge al palese non rispetto delle regole veniva fortunatamente ripreso da alcuni degli italiani permettendo così a Paolo Azzi, vice presidente della Federazione Italiana Scherma, di fare reclamo. A tempo record si riuniva l’osservatorio della Federazione Internazionale (FIE) che provvedeva al ritiro dell’accredito all’arbitro. Se da una parte è stato riconosciuto l’errore e data ragione all’Italia dall’altra resta il danno arrecato alla squadra. Sul morale ha poi inciso anche la lunga attesa prima di disputare la finalina per il bronzo dove forse, come ha detto la stessa Vecchi, è mancata la testa.  Ma la dignità, per fortuna, è salva e non c’è stata tolta.

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