Sport

Fut X Day

Un torneo estivo di calcetto, il sole accecante di fine luglio, una piscina e l’occasione per rivedere e abbracciare persone che in fondo ci mancavano un po’.
Una festa insomma, molte giocatrici di futsal femminile, un bar non troppo lontano dal bordo vasca e l’idea che in fondo a pensarci bene non conoscevo quasi nessuno, Federica mi avrebbe dovuto aiutare a far almeno finta di riconoscere i visi più noti.
Diana ci ha voluto suoi ospiti e noi come sempre siamo arrivati armati dei nostri “taccuini” e alla ricerca di una storia.
Lontano dalla stagione, le ragazze perdono i loro cognomi e diventano semplicemente Ersilia, AnTonia (lo sai che adoro scriverlo tutto per intero) Nicoletta, Diana. Vederle lì tutte insieme, ancora, è un’emozione di quelle ferme a metà tra la gioia e la malinconia. L’esperienza che hanno vissuto, intensa e faticosa ha cementato un’amicizia che le legherà per sempre. Tra atleti anche della stessa squadra si è spesso in competizione, riuscire a gioire per i successi dell’altra, senza nessuna invidia è un dono raro del cuore.
Noi eravamo lì, defilati e testimoni di questa storia, dei sorrisi e di quelle dieci ore passate tra la piscina e il campo. Ci siamo sentiti a casa e di questo vi ringraziamo. Abbiamo conosciuto Mattia, silenzioso come la sua sorellona. Per i primi dieci minuti sono riuscito a farmi rispondere solo a gesti e a monosillabi, in fondo sono fratello e sorella no? Come potevo attendermi qualcosa di diverso? Per mia fortuna i suoi occhi parlano e in panchina mentre guardava lei giocare, non si poteva non far caso a quanto era orgoglioso di lei, aveva l’occasione di stare così vicino come in campionato è difficile che possa accadere.
Ho visto correre Diana che forse nemmeno durante la stagione agonistica, Silvia finalmente rilassata almeno a tratti e conosciuto Giusy, visto giocare Jessica e il suo sinistro di cui avevo solo sentito parlare, Valentina tra i pali e poi Carla che diventa Carolina ma alla fine è Carla. Ho perfino visto giocare Federica, l’altra Federica, poi alla fine mi sorprendo anche del talento, quello che arriva a sprazzi e ti fa pensare a come sarebbe in un campo, uno vero.
Dieci ore dopo, abbiamo messo il naso fuori dal centro sportivo.
I saluti sono sempre la parte peggiore, anche se sono solo degli arrivederci.

[FinalTilesGallery id=’76’]

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

To Top