Parla il numero uno del sodalizio calabrese: «Il rumore dello scorso anno? Ha reso più difficile la ricostruzione. Per una ragazza del nord, o magari straniera, non è facile valutare quanto accaduto. Ma il direttore sportivo sta facendo un grande lavoro». Sui procuratori: «Se non interpellarli ci ha influenzato il mercato? Sì, in meglio».
Il presidente dello Sporting Locri Vittorio Zadotti parla chiaro. Conciso, senza possibilità di fraintendimenti. Dopo il rumore dello scorso anno dovuto ai ben noti fatti di cronaca che hanno interessato la squadra calabrese, ritrovatasi suo malgrado su tutti i media nazionali, sembra essere tornata quella serenità che pareva ormai minata. Non era facile rimettere in piedi una programmazione dopo tutto quel chiacchiericcio e quel fracasso. Credibilità. Bisognava ripristinarla. Un mattone alla volta. E la ricostruzione del Locri, d’immagine e tecnica, è avvenuta ed è in fase di completamento. Tutto questo con il lavoro del DS Valentina De Leo, un punto fermo per Vittorio Zadotti. Figura nuova, che però ha saputo già distinguersi: riconferme di Beita, Soto, Borello, Rovito, Marino, Modestia, Sabatino e Sgrò, alle quali si sono aggiunte la bomber azzurra ex Portos Roberta Giuliano, il portiere tutto calabrese ex Lazio Martina Cacciola e Chiara Pernazza dalle Lupe. E chissà che il mercato non regali altri tasselli importanti allo Sporting. Il lavoro ferve, il restyling del presidente Zadotti pure. Con mister Sansotta e la DG Valentina Lamanna si completa un fulcro tecnico e dirigenziale al lavoro per dividersi tra obiettivi e sogni, ben scanditi dal presidente Zadotti e dal suo Sporting, lì dove i procuratori non sono di casa.
Presidente, il nuovo Locri continua a prendere forma. Il lavoro del DS De Leo è sotto gli occhi di tutti. Un bilancio dell’attuale mercato?
«Valentina De Leo è la vera scoperta dello Sporting Locri! Abbiamo parlato molto e ci siamo confrontati con il Mister Sansotta e con la DG, Valentina Lamanna, per definire a priori il tipo di squadra che desideravo ed il budget a disposizione per realizzarla. Poi, abbiamo lasciato campo libero alla DS: ha rispettato il mandato, facendo anche meglio. Un ottimo lavoro, direi».
Cosa manca ancora ancora per definirsi completi e quale profilo di giocatrice state cercando ora?
«Siamo a posto, lavoriamo solo per scrupolo e siamo in contatto con atlete che hanno capito il nostro progetto e pensano di essere utili alla causa. Vedremo».
Le vicende che hanno interessato Locri lo scorso anno quanto hanno influenzato la vostra programmazione? In poche parole, i fatti noti a tutti hanno reso più difficile la ricostruzione della squadra?
«Purtroppo, credo di sì. Per una ragazza del nord, o magari straniera, non è facile valutare quanto è accaduto. Mi piacerebbe avere in Nazionale più di una giocatrice: sarebbe un segnale forte e chiaro che arriva dal Sud».
Lei ha avuto un’uscita molto chiara sui procuratori: al Locri non c’è posto per loro. Quest’affermazione ha influenzato il vostro mercato?
«Sì, lo ha influenzato, in meglio. Ci ha costretto a parlare con le ragazze e con le famiglie, abbiamo imparato di più e più in fretta. La categoria non è pronta per i procuratori, si scimmiotta e non si crea valore aggiunto, e soprattutto lo Sporting non è pronto: siamo ancora ingenui. Forse, un giorno, ma non nei prossimi tre anni».
Che idea si è fatto finora di questa disciplina?
«La disciplina femminile è molto giovane, e quindi il torneo è instabile. A parte le prime dieci atlete, le straniere più blasonate, le altre hanno tutte dei margini di miglioramento imprevedibili, sia sul piano tecnico, ma soprattutto sul piano atletico. Ogni Domenica c’è sempre qualcuna molto lontana dai sui livelli standard, in peggio, ma anche in meglio».
Torniamo al futsal giocato. Dove vuole arrivare questo Locri?
«Per prima cosa, dobbiamo essere una squadra di atlete, ragazze difficili da superare in velocità, difficili da domare negli ultimi minuti della partita, su questo non transigo. Poi aspetteremo i frutti il lavoro del tecnico, ovvero se impareremo a muoverci bene in campo, a non perdere la palla, a calciare bene in porta. La massima categoria va onorata, non porteremo a spasso per l’Italia con ragazze sotto standard tecnico o atletico. Il sogno è il Gold e le finali di Coppa; la realtà potrebbe essere una buona salvezza, passando dal Silver. Ma queste mie calabresi sanno stupire».
