Futsal

#Occhinegliocchi, D’Intino: “Salvatore e i suoi 60 gol a stagione”

D'Intino

“Giocare con lei era palla a Francesca e c’abbracciamo, ma anche occhio che difendiamo con una in meno – racconta Consuelo. – Quello di leader è un ruolo che ha sempre avuto cucito addosso”

Riavvolgete il nastro della memoria. Siamo nel 2002. Consuelo D’Intino ha iniziato da poco a giocare a futsal, ogni tanto legge giornali sportivi e c’è un nome su tutti che attira la sua attenzione. Si tratta di un bomber di razza, un vero rapace d’area. Se fosse un giocatore di calcio a 11 sarebbe Pippo Inzaghi. Ma in realtà è donna, milita nel Giulianova e segna qualcosa come 60 gol a campionato: il suo nome è Francesca Salvatore.

“Quando ci siamo conosciute era praticamente il “dio” del calcio abruzzese. L’ammiravo tantissimo e ci volle poco – una volta passata alla Ponzio Pescara – perchè la “rivalità” dovuta dal fatto che giocassimo nello stesso ruolo si trasformasse in amicizia”.

Un pivot tanto prolifico quanto atipico, Salvatore. E che fatica scrivere il suo nome senza aggiungere mister. sembra sempre che manchi qualcosa. Ma la bravura di Francesca consiste proprio in questo: nell’aver fatto passare in secondo piano le sue gesta da calciatrice, costruendo per lei una seconda carriera – dall’altra parte del campo – altrettanto gloriosa e solida.

“Con lei in squadra era tipo “palla a Francesca e c’abbracciamo” e, allo stesso tempo, “occhio alla difesa che giochiamo con uno in meno” – aggiunge con un sorriso D’Intino. – Mi piaceva il suo modo di giocare, il suo modo di essere leader senza mai pretenderlo, senza mai prevaricare gli altri. Era semplicemente un ruolo che ha sempre avuto cucito addosso in maniera del tutto naturale, e da allenatrice credo che questa cosa sia ancora più evidente”.

Mister sì, ma soprattutto amica.

“È una persona con un cuore enorme, anche se a volte fa un po’ fatica ad esprimere i suoi sentimenti. Se la conosci bene, però, sai esattamente quello che vorrebbe dirti. Vorrei che lei avesse per me 1/10 della stima che io ho per lei”.

Si dice che dopo 8 anni un’amicizia possa diventare eterna. Un traguardo quasi “doppiato” da D’Intino e Salvatore. Il segreto? Far sì che ogni occasione diventi un pretesto per sorridere insieme, una volta in più.

“Non si ricorda mai i testi delle canzoni: può essere una hit del momento o una degli anni ’80. Niente da fare, non si ricorda mai più di 3 parole e spesso sono io a dovergliele suggerire. Come domenica, quando tornando da Firenze abbiamo iniziato a cantare sul pulmino: per ogni canzone che sceglievamo lei diceva “aspetta aspetta, non farla partire che devo cercare il testo su internet”.

Scherzi a parte, ormai ne abbiamo passate tante: abbiamo vinto, abbiamo perso, abbiamo litigato, ci siamo scontrate tante volte, ma nonostante tutto – dopo 14 anni – siamo ancora qui e io non cambierei nulla di quello che siamo state. Se possibile – conclude D’Intino – il ruolo che ricopro quest’anno è servito ad avvicinarci ancora di più e sono immensamente felice di questo”.

Ufficio Stampa

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