Futsal

Aperifutsal con Armando Cotticelli

Armando Cotticelli

Seconda puntata di Aperifutsal e stavolta, le portate raddoppiano. Si perché dopo Iannucci e Mencaccini (la scorsa settimana), sono ben quattro gli ospiti di Gisberto Muraglia ed Any Given Sunday a sedersi al tavolo con noi: Riccardo Russo, tecnico del KickOff, Armando Cotticelli e Sara Giustiniani, dirigente e portiere dell’Isolotto e per finire, il bomber della S.S. Lazio Alessia Catrambone.

Armando Cotticelli è al suo primo anno da dirigente all’Isolotto Firenze e come inizio non c’è male, visto che meno di un mese fa è arrivato il primo trofeo, la Coppa Italia.

Ti saresti mai aspettato di partire così?
“Onestamente no, quando il nostro responsabile dell’area tecnica Colella mi ha chiamato, mi ha illustrato un progetto che mi è subito piaciuto e mi ci sono dedicato con tanto impegno. Ai nostri livelli si fanno dei sacrifici, sul lavoro ed anche con la famiglia, ma devo dire che grazie in primis alle ragazze ed anche a tutto lo staff ed i dirigenti, questi sacrifici sono ripagati”.

Dopo una fase di rodaggio iniziale l’Isolotto ha carburato alla grande, fino alla sconfitta col KickOff. Cos’è successo?
“Bisogna considerare tanti fattori, si sta ancora smaltendo la fatica della Coppa Italia e qualche ragazza ha dovuto giocare in condizioni non ottimali. E’ andata così, le partite vanno giocate e sul campo puoi vincere o perdere, non è detto che debba per forza andare bene”.

Siete ancora la squadra da battere?
“La squadra da battere no, tutte sono squadre da battere, quello che stiamo giocando è un girone Gold ad altissimi livelli, ci sono squadre che possono dare filo da torcere sempre e la Lazio, qualificata all’ultimo momento al Gold e che contro i pronostici è arrivata in finale è un esempio. Quando le ragazze ci mettono tutto, ogni squadra diventa quella da battere”.

Si riprende con il big-match contro il Montesilvano, pronti a rivivere le emozioni dei quarti di finale?
“E’ stata una partita eccezionale, tutto mi aspettavo fuorché una vittoria schiacciante contro una squadra con un roster formato da vere top player, ma abbiamo dimostrato che giocando con il cuore si riesce a vincere”.

Un ternano DOC come te, come vede il momento della Ternana?
“Sai – ride – io sono nativo di Napoli, sono cresciuto a Terni dove ho giocato a calcio e frequentato le scuole, dal ’95 vivo a Firenze… Certo, dentro mi sento Ternano. Sul periodo della Ternana cosa posso dire? Purtroppo sono state sfavorite da una serie di fattori, da infortuni che hanno inciso su una rosa non larghissima ed anche da episodi arbitrali avversi, fermo restando che io credo assolutamente alla buona fede degli arbitri. Purtroppo anche loro possono sbagliare, ma credo che le partite debbano vincerle le ragazze sul campo Ho visto la partita della Ternana in streaming mentre ascoltavo quella dell’Isolotto con l’auricolare, ti puoi immaginare…E ho visto le ragazze della Ternana mettere l’anima in campo pur non riuscendo a vincere”.

Quanta passione, sacrificio ed impegno ci vuole per fare il dirigente in questo mondo?
“La figura del dirigente credo sia sminuita, noi siamo un bel gruppo e ci aiutiamo, ma il lavoro è tanto, bisogna pensare all’organizzazione delle trasferte, alle esigenze della squadra e dello staff, agli sponsor che sono un aspetto fondamentale, alla composizione della rosa… La passione è tanta ed i sacrifici si fanno, ma è bello quando vengono ripagati come sta succedendo a noi”.

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