Futsal

Vincitori e vincenti

Se giochi una partita di qualsiasi sport e alla fine del tempo il tuo punteggio è superiore a quello del tuo avversario, bravo, hai vinto.
Se giochi una partita di qualsiasi sport e alla fine del tempo il tuo punteggio è superiore a quello del tuo avversario potresti non essere un vincente.
Montesilvano.
PalaRoma.
Una di quelle domeniche pomeriggio con troppi impegni dentro.
Ci ritroviamo seduti di nuovo su quei, seggiolini blu, a cavallo di gradoni di cemento, per assistere alla ripresa del campionato dell’Icobit Calcio a 5, dopo l’impegno nelle Final Eight di Coppa Italia.
Partita ordinaria, nessun nome di grido, nessun giocatore di richiamo.
Lo capisci voltandoti verso gli spalti. Poche persone, soprattutto addetti ai lavori, e gli affezionatissimi, non ci sono “occasionali” come nelle partite di cartello. Qualche fila dietro di me intravedo il vecchietto danzante che abbiamo incontrato al PalaRigopiano. Ci vogliono solide certezze anche nella vita sulle gradinate.
Il suono della sirena mette fine all’incontro. Il Montesilvano calcio a cinque femminile vince l’incontro.
2 a 1.
Una partita con qualche assenza e forse tanta stanchezza.
Oggi però, più che sulle atlete, la mia attenzione si ferma sul Mister.
Francesca.
Capello cortissimo, fisico asciutto da ex giocatore di calcio.
E’ dalla mia parte degli spalti nel secondo tempo, riesco a vederla benissimo.
Sempre in piedi.
Quasi in campo con voce, corpo e cuore.
Non tutte le partite sono eccezionali, non sempre quando si scende in campo si mette in mostra la prestazione migliore, a volte i colpi rimangono bloccati nei piedi e nella testa.
Siamo uomini. Anzi. Donne.
Rimango a guardarla per un po’, con questo pensiero in testa “allenare un gruppo di donne”.
Se non avete mai avuto a che fare con un gruppo sportivo, composto da sole donne, forse non potrete mai comprendere fino in fondo le dinamiche che si sviluppano al suo interno.
Le donne sono competitive, testarde, determinate e spesso in competizione tra loro come non accade tra i maschi.
Io gioco in una squadra femminile, che spesso si allena da sola. Inevitabilmente nel gruppo si crea la figura dell’ “allenatrice in campo”.
Eppure ho sempre pensato che donne che allenano e guidano altre donne possano generare una situazione difficile da sostenere e al limite del paradossale proprio per la loro scarsa propensione al cameratismo, per la loro natura intimamente competitiva.
Oggi con quell’immagine ancora nella mente mi chiedo: come fa una donna come Francesca ad essere mister di una squadra come quella del Montesilvano. Avrei per lei tantissime domande, come si riesce a valorizzare chi è già molto forte e lo sa, come si fa a “tenere a bada” i caratteri forti che sicuramente ci sono.
Non dev’essere un compito semplice. Sto maturando la convinzione però che il tutto sia davvero affascinante. Poi se i risultati sono quelli che vedo in campo, sicuramente è gratificante, per tutti.
Leggendo di lei, di te Francesca,  posso darti del tu vero? 
Ho letto ripetuta spesso la parola progetto e la parola gruppo.
Ieri ho assistito ad una partita dove il gruppo ha lavorato tantissimo per mantenere quell’armonia in campo che lo contraddistingue.  Un lavoro di testa più che di gambe. Con un condottiero esigente. Forse si è rientrati negli spogliatoi con il fuoco dentro, pensando “avrei potuto”, “avrei dovuto” ma sicuramente si è rientrati negli spogliatoi con una SQUADRA.
Forse, avreste anche potuto perdere ieri, ma sareste uscite dal campo, con qualche punto in meno in classifica, ma vincenti.
Sono corsa su quei gradoni del PalaRoma lasciando una sala gremita di bimbi che assistevano al film “I Pinguini di Madagascar”.
Voglio condividere con voi una frase che abbiamo consegnato a dei bimbi alla fine del cineforum a loro dedicato: “ tu hai noi, l’uno per l’altro, se questa non è una famiglia , non so cosa lo sia”.

 

 

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