Football Americano Femminile

“Thinking Out Loud”

Siete delle brutte persone.
Lobsters.
Eppure avete riempito un taccuino di note colorate.
Tra le lacrime e i sorrisi, avete dipinto storie bellissime, con gli sguardi e quelle impercettibili espressioni del viso che spesso sfuggono ai più disattenti.
La stanchezza di un giorno troppo lungo, pensieri che si affollano rumorosi intorno al cuore e poi le parole che cambiano tutto. Arrivano dal sedile posteriore della macchina, da quella voce con un’E troppa aperta, affannata a renderci partecipe di tutta la sua vita in un solo minuto.

“Quindi domani devo venire?, ci vogliono delle scarpe particolari?”

All’improvviso quelle parole hanno cancellato la polverosa rotonda della periferia della mia città davanti ai miei occhi. Quelli che non vedono più così bene e si devono affidare al cuore per percepire il mondo.
In quello spazio consumato si è materializzato Wembley, quello vero, il 20 Maggio 1992.
Non pensare F. che abbia dovuto cercare la data, vero?
Quel pomeriggio pieno di luce e di verde accecante.
Come se per incanto fossi stata li, a salire quei gradoni fino a spuntare sugli spalti, negli occhi quel posto mitico. Un sogno che diventa realtà. Semplicemente.
La sensazione è quella, almeno ne è il ricordo che ne ho ora.

“Posso mettere quelle di Tiziano anche se puzzano di pipì di gatto… abbiamo lo stesso numero.”

Se non capisci, non m’importa, se non sei stato mai in piedi su quei gradoni, dubito tu possa davvero farlo.
Leggere è una questione scolastica, comprendere è una questione di cuore. Non il muscolo.
Lascia stare, va bene così.

A.
Ne abbiamo parlato spesso, del talento.
“Il Talento, diceva, devi cercare il Talento. Faceva sentire bene la T maiuscola. Il Talento era il Sacro Graal di Fox quella frazione di genio fondamentale, non trasferibile, chiusa nel cervello dei migliori ricercatori del mondo.”
Puoi farne quello che vuoi.
Dimenticarlo, maltrattarlo, umiliarlo.
È tuo.
Eppure, difficilmente riuscirai a ignorarlo.
Abbiamo, già perché F. ha più pazienza di me, aspettato un anno, da quel pomeriggio al parco.
Ti scorreva anche allora dentro gli occhi, il talento e puoi sentirlo anche oggi risuonare dentro al cuore. Un po’ come guardarsi negli occhi allo specchio e lo riconosci, è li. Si muove allo stesso modo, suona allo stesso modo.
Il gatto fa le fusa e la “pasta” al maglione che piace anche a te.
Bentornata.
Due anni sono un tempo troppo lungo perché chi ti vuol bene davvero debba attenderti, mentre tu ti appiattisci emotivamente sul Gerbillo di turno.
Ci sono due A. quella che non si può che amare e la sua immagine opaca, quella che pensa di non essere meravigliosa se non c’è un brufoloso belloccio a dirglielo.  Tra qualche tempo incontrerai qualcuno che ti amerà lasciandoti essere quella che sei, allora vedrai che lui non andrà più via.
“I’m thinking out loud.That maybe we found love right where we are.”
Già, forse hai trovato l’amore esattamente dove sei ora.
Devi viverti la tua adolescenza, non t’invidio davvero.
Sei ancora, davvero sicura che non succeda nulla d’interessante nella tua vita?
Ci vedo un finale a questa storia, indossi un casco arancione, il numero 15 sulla maglia e la palla vola nella tua direzione, corri e di volti appena ad afferrarla. Cambi direzione, un taglio secco, come se fosse naturale. Il dolore che sale dalla caviglia, una smorfia ti fa serrare la presa sul paradenti e poi voli via. Libera.
Un ultimo sguardo alle avversarie che ti rincorrono e poi attraversi la endzone.
Ti volti e sorridi, come se fosse naturale, come se non avessi mai dubitato.
Felice.
Quando corri sulla pista d’atletica sei sola, lo fai per te.
Quando corri sul campo da football, lo fai come parte di una squadra.
Il tuo successo è il successo delle tue compagne di squadre, le tue vittorie sono le loro vittorie.
Esiste solo un NOI.

N.
Il limite è poco più in là, continua a guardare davanti a te.
Ti voglio bene, esattamente come sei. Difetti compresi.
Forse non ci vedremo mai più, ma importa davvero?
I ricordi, quelli che si legano al cuore, quelli non li dimenticare, ti porteranno ovunque tu vorrai andare.
Come ti hanno portata, in quelle mattine passate a evitare carrozzini e bambini, sul cemento o sulla terra verde di un parco qualsiasi.
Ho scoperto un regalo, dove non mi aspettavo di trovarlo.
Ricordi quell’extra point?
Non dimenticarlo. La dedizione e il lavoro battono il talento, sempre.

K.
L’intensità emotiva di un’armata di Unni al galoppo.
Quando spesso due parole sono di troppo e una è appena sufficiente, mi chiedo dove ti porterà la tua voglia di vivere, di vincere e l’amore per questo sport che ti completa.
Volerti bene è come abbracciare un tornado, se guardi attentamente, nel centro, però, è tutto calmo.
Ti ho visto vincere, la prima foto di cui non ho negato la paternità ritrae te.
Vinci il titolo nazionale attraversando l’end zone con un filone di cuoio di traverso sul braccio.
Vero, sono una brutta persona.

G.
Scosta i sogni da sotto il cuscino e realizzali.
Quando hai indossato per la prima volta casco e spalliera hai fatto qualcosa di “diverso”.
Armata di quel meraviglioso coraggio d’affrontare il sentiero meno battuto. Ti ho visto cadere e rialzarti, tornare al tuo posto e provare, ancora e ancora.  Quel giorno ti saresti dovuta voltare verso gli spalti e lasciar parlare il cuore, il video che conservi testimonia qualcosa che le immagini da sole, non raccontano.
Credo tu possa diventare un giocatore meraviglioso.
Sfortunatamente per te non capisco nulla di questo sport.
Quello che conta davvero è quello che lasci germogliare nel tuo cuore.
Cosa vuoi, davvero?
Si passa una vita a cercare di rispondere a questa domanda.
Nell’essere esattamente come vuoi, nel guardarsi allo specchio senza voltarsi a cercare un fantasma.
Nella consapevolezza che l’amore ha mille facce, odori e suoni.
Si manifesta come ora non riesci a comprendere, eppure è lì.
Per quel cinque sulla maglia.
Quella magia nascosta tra le dita.

A. & A.
Dangerous sisters, la loro voglia di giocare e di esserci.
Tutte voi, le meravigliose brutte persone con indosso la maglia blu e arancio e la voglia di vincere dentro al cuore.
Per tutte le sere in cui vi siete gelate ogni angolo di pelle, per la fatica che sopportate, perché sfidate le consuetudini.

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