Calcio

Mou è tornato…

Ieri parlando con Raksha mi lamentavo di questo calcio all’improvviso popolato da educande. Ricordo l’anno dei cinque “Clasico” che seguimmo praticamente solo per goderci le schermaglie tra Josè Mourinho e Pepe Guardiola. Già il portoghese felice, come si è autodefinito appena approdato al Chealse sembrava spargere miele sul calcio come mai nella sua carriera e poi quando mi stavo rassegnando ad una stagione 20013 – 2014 di triste qualunquismo…

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Eccolo riapparire in tutto il suo splendido umorismo, la sua verve da comunicatore, l’abilità di distrarre l’attenzione dalla squadra, catalizzandola su se stesso. Spesso penso che questa sua capacità di assorbire l’attenzione dei media sia inversamente proporzionale alla sua notorietà da calciatore. Aver vissuto così tanto nell’ombra di quel calcio da addetti ai lavori e costellata di ex calciatori poco dotati, gli permette di sostenere la voracità mediatica senza risentirne particolarmente.

Vero ha allenato l’Inter ma di quell’anno non ricordo le vittorie, le uniche probabilmente per i prossimi vent’anni, ma le sue interviste, quel “io non sono un pirla”, “la prostituzione intellettuale” e il gesto delle manette, un pò il suo xfactor.
Eppure non è in Italia che ha colpito la mia immaginazione.
Liga Spagnola. Incontro con il Villareal.

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Intervistato dai giornalisti nel dopo gara indovinate come spiega il suo comportamento?
“Festeggiavo con mia moglie e mio figlio in tribuna”.
Più falso di un passaporto di Recoba.
Noi però lo amiamo così, proprio così.

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