Calcio

Marco Paroloooooooooo!!!

Si, proprio lui.
Raksha mi avrà sentito intonare il coro “MARCO PAROLO EEEEHHOHHHHHH” decine e decine di volte.
Come spesso accade a noi ammalati di calcio c’è un momento nel quale ci sembra di scorgere un istante di genio assoluto, alla periferia del calcio televisivo.
Quattro anni fa vidi per un attimo lampeggiare la classe di un giovanissimo centrocampista che orchestrava la linea mediana dell’Hellas Verona.

Avevo sulla mia playstation portable il gioco Football Manager, corsi ad acquistare per il Pescara che allora sopravviveva a stento in infime categorie il ragazzino con la faccia furba e la nitroglicerina nel piede.
Piovvero i gol e nel viaggio verso Lucca di quell’anno frantumai ogni conversazione con Raksha inserendo le gesta del mio nuovo idolo calcistico.
Gli amori sportivi sono così, improvvisi e inspiegabili e questo non è certo diverso dagli altri.
Quando creai Josè Perletta, il mio manager virtuale fece di Marco Parolo il suo pupillo. Giocatore di classe cristallina, nella vita reale quanto nel calcio virtuale, tra console e pc, lui è l’uomo che ha sempre fatto la differenza.
Soddisfazioni virtuali che diventano anche reali. Il ragazzo brilla nel Cesena neopromosso in Serie A e alla sua prima stagione nella massima serie dimostra di essere un giocatore adatto alla categoria, arriva perfino in nazionale e quando la Juventus sembra interessata al suo compagno di squadra Emanuele Giaccherini, io mi trovo a pregare che desistano da certi propositi e convergano sul centrocampista di Gallarate, ricambio ideale per un centrocampo dove di alternative a Vidal e Marchisio se ne vedevano poche.
Finisce a Parma, dopo che il trasferimento al Chelsea saltò a causa delle richieste economiche di Kakuta il giocatore inserito dal club londinese nell’affare per portare Parolo a Stamford Bridge.
Tra i migliori centrocampisti interni italiani, con ottimi piedi, gran tiro dalla distanza e buona visione di gioco.
Immaginate la mia pena nel vedere in maglia bianconera Giaccherini subentrare per due anni a Vidal o Marchisio…e pensare che il “mio” pupillo esibiva numeri migliori al Tardini e rifilava alla Juventus l’immancabile gol.
Il resto è cronaca.
Goooooooooooooool. Marco Parolooooooooooooooooo.

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