Storie

Una vita in scatola

vita

“La vita è ciò che ti succede mentre stai facendo altri progetti”

Esistono due modi di stare al mondo: in stasi o in movimento. Si può decidere di rimanere sempre uguali a sé stessi oppure di abbandonarsi al flusso ininterrotto del cambiamento, all’imprevedibile svolgersi dell’esistenza. Probabilmente la prima opzione è più illusoria che reale: non credo sia possibile vivere una vita immobile, che non subisca stravolgimenti, che vada dritta per una strada piatta senza salite né discese.
Giocare a calcio significa accettare serenamente il cambiamento. È un esercizio per la vita. L’accettazione della sfida, che è la condizione preliminare di ogni sport, ci pone immediatamente di fronte all’eventualità del mutamento, di ciò che si prende gioco delle leggi del determinismo.
In questi anni mi sono dovuta sforzare per accettare le svolte repentine della mia esistenza. Ho dovuto accettare che non ho il potere di controllare ogni cosa. La mia vita è un pugno di sabbia: alcuni granelli rimangono sul palmo ma gran parte di essi sfugge alla mia presa e scivola via tra le dita. Qualcosa si sottrae al mio controllo. Mentre progetto il mio futuro e metto su carta le mie certezze, ecco che la Vita arriva e mi ribalta la scrivania, butta i miei piani nel cestino, stravolge le mie previsioni e mi dice “Bella, metti da parte i calcoli e lascia fare a me”. E devo ammettere che di solito le cose veramente belle, le cose che mi fanno toccare per un attimo la verità più profonda di me, del mondo, della vita, dell’universo, queste cose mi capitano e basta, mi capitano e se ne fottono dei miei programmi, mi stravolgono il palinsesto, mi scuotono le spalle e mi rivoltano come un calzino. Che poi forse è questo vivere, farsi rivoltare come un calzino dal destino.
In questi anni, con una rassegnazione stoica, ho dovuto fare i conti con la realtà dei traslochi e quindi degli scatoloni. Oggetti trasferiti da una camera all’altra, da una casa all’altra, da una regione all’altra. Cambiare squadra richiedeva un viaggio da intraprendere. E il viaggio, per me, ha sempre significato lo spostamento di cose. Traslocare vuol dire proprio “portare da un luogo a un altro”, trasferire cose. Cose di cui prima o poi mi libererò. Un giorno il viaggio per me implicherà solo lo spostamento di Benedetta in quanto essere fisico. Ma per ora quegli oggetti continuamente in movimento sono io, io con i miei ricordi, con il mio carico di passato, con la mia storia parcheggiata dentro a delle scatole. È una vita che ogni tanto viene raccolta e stipata, messa da parte in attesa. È una vita inscatolata. Si spera a lunga scadenza.

“Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! chi vuol esser lietosia: di doman non c’è certezza.”

 

Per aspera ad astra.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

To Top