Futsal

Se Fossi un Mister – Dipinsi l’Anima su Tela Anonima

Ogni volta che non ne ho più voglia accade qualcosa di magico che apre le porte della speranza, la speranza che non tutto era da buttare, sbagliato, da mettere sotto le scarpe e pestarlo come un cartone troppo voluminoso per restarmi nella testa.

Non mi piacciono più gli eccessi, da quando vedo la curva degli anni che va verso i 40 ho imparato a non eccedere nelle constatazioni, nei giudizi e a non sprecare tempo dietro a ciò che è superfluo almeno superfluo per me.
Senti che suono delicato il vino che scende nel calice, guardo attraverso il rosso di Barbera appena aperto, l’aria che entra dalla finestra, la punta del piede destro sul tacco della scarpa sinistra, magia!
Ho tolto le scarpe senza slacciarle, mia madre quando ero piccolo si arrabbiava da morire, ho distrutto più scarpe così che giocandoci a pallone ed oggi non è cambiato nulla, ci metto già troppo a districare le mie giornate che dover sciogliere anche i nodi dai lacci è un esercizio troppo complicato a fine giornata.

Bene, il vino rosso è nel bicchiere, accendo lo stereo e stringo tra le labbra una sigaretta, non ho un vizio penso e me la rido e intanto scrollo le spalle come il mio cane Whisky quando esce dall’acqua.

Dipinsi l’anima su tela anonima e mescolai la vodka con acqua tonica e mi giocai i ricordi provando il rischio poi di rinascere sotto le stelle, dimenticai di colpo un passato folle in un tempo piccolo……

E’ finita la stagione sportiva ed anche questa rubrica volge alle ultime sue battute, almeno per quest’ anno, ho attraversato i miei momenti scuri con coraggio e forse ancora non ne sono uscito, ho alzato le braccia al cielo fiero ed altrettante volte ho stretto la mano a chi più bravo o pronto di me mi ha risbattuto in fila ad aspettare il mio turno, grazie a chi mi ha dedicato un momento di conforto ed a chi non sono mai stato troppo simpatico, io ho imparato a non portare rancore a nessuno perché per ognuno che prova a farti perdere fiducia ce n’è un altro pronto ad aiutarti a ritirare fuori la testa, grazie a Pietro, Manu, Francesco, Chicca, Fulvia che però non è il nome ma solo il colore dei capelli che spesso hanno rimesso in asse la bilancia.

Ho conosciuto qualche faccia nuova, le porto nel cuore come una ventata di aria che entra da una finestra e ti rinfresca nel caldo atroce di agosto, se chiudo gli occhi in realtà posso anche vederle ora però è il moneto di chiudere il sipario per qualche giorno più che gli occhi, deve chiudersi sul campo da futsal, ne sento il bisogno, ho esaurito le energie, le competenze le avevo già terminate alla terza difficoltà, ho raccontato le storie dello sport che amo attraverso Any Given Sunday, ogni maledetto Wednesday, ho fatto uno strappo alla regola, qualcuno ha apprezzato alcuni meno ma visto che non l’ho fatto per gloria o per vanagloria direi che va bene cosi, una volta tanto non sono stato assillato dal maledetto bisogno di fare risultato.

Sorso di vino rosso, dimenticai di colpo un passato folle in un tempo piccolo dice Franco dallo stereo, poco folle in realtà, non ci vuole molta follia a condividere la tua vita con delle persone che a fine giornata sono stanche come te, usurate dal lavoro ma che coltivano dentro la voglia di scoprire e provare, io anche quest’anno ne ho potuto godere e di questo non posso che ringraziare il pallone che rotola veloce cosi come il tempo e ti permette di cambiare le stagioni dentro te.

Quando le cose devi lottarle è tutta una conquista, quando magari non sei un grande allenatore puoi ancora capire che sapore ha uno schema che viene cosi come lo avevi provato, cosa si sente a vincere una partita dove non eri favorito ma anche a perderne una dove nessuno se lo aspettava.

Tutto questo ha un marchio di fabbrica ed è quello del calcio fatto senza secondi fini, senza il bisogno di diventare star assolute, di conquistare, fare e disfare tutto seguendo la logica che di te se ne debba parlare per forza per sentirti qualcuno, saranno il tuo sudore, la tua passione e la tua voglia di rialzarti sempre a dirti chi sei, non serve che lo facciano gli altri anche perché nessuno può capire chi sei, tanto che a volte fai fatica anche tu.

Da giovane molto giovane ho preso un gruppo di ragazze a cui ho dato tutto quel poco che potevo, abbiamo vinto tanto ed a volte ci siamo fermati a pochi passi dal traguardo, non mi è mai piaciuto perdere ma a volte succede ed ho capito che è una stronzata fare processi ed analisi in cerca di un colpevole, ognuno faccia ciò che crede meglio, ognuno insegua la sua identità, ognuno vinca o perda ma con dignità, ognuno alla fine sia fortunato nel pensare a ciò che possiede come materiale umano. Io mi sento molto fortunato per ciò che ho ricevuto dalle “mie”, sto bene cosi anche se abbiamo vinto la coppa e perso il campionato, è finita la stagione sono stanco, per qualche giorno chiuderò le tute nell’armadio, la lavagnetta in un cassetto e l’unica cosa che mi ricorderà che il tempo passa è il mio cronometro, tutte le sere suonerà per 30 secondi alle 23 di sera, non sono stato mai capace di togliere la sveglia ed a questo punto non la toglierò più, è un buon modo per ricordarmi che passano i giorni e che da qualche parte bisogna ricominciare.

Ricomincerei da dove ho lasciato e con chi ho lasciato ma non starà soltanto a me deciderlo, ingannai il dolore con del vino rosso buttando il cuore in qualunque posto, mi addormentai con un vecchio disco tra pensieri che non riferisco e li racchiusi in un pasto misto, dipinsi l’anima su tela anonima.

Il prossimo anno giuro che per togliermi le scarpe le slaccio, ormai per quest’ anno è andata cosi e sono stanco per districarmi tra i nodi, suona il cronometro, sono le 23 è ora di chiudere il sipario.

A PRESTO MONDO DEL FUTSAL

 

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