Futsal

Noi non siamo Fernando Moreira

“Vergogna, dovresti stare in cucina a preparare la cena a tuo marito”. Sembra di essere in un posto molto lontano di un tempo molto remoto, eppure siamo sulla piazza virtuale di Facebook, anno 2017 dopo Cristo e con le parole che avete appena letto l’autore del post, tale Fernando Moreira, commenta – sul portale globoesporte.com – la vittoria ai Futsal Planet Awards di Amandinha, eletta per la terza volta consecutiva la miglior giocatrice al mondo.

Per un momento abbiamo pensato di soprassedere, in fondo è solo la voce di un “webete”, per dirla alla Mentana. Magari c’è dell’ironia che no, proprio non riusciamo a cogliere. Ma poi è venuta fuori una vena di rabbia e delusione che ci spinge a dire la nostra sull’accaduto.
Non è facile la vita delle atlete, che da anni lottano – con scarsi risultati e ancor meno tutela – per avere pari diritti dei colleghi. Il professionismo è una rarità, come se il sudore di una donna costasse meno sacrificio. Come se i sogni di una donna avessero meno valore.

Senza contare poi tutti i pregiudizi che quotidianamente le ragazze dello sport affrontano, tanto più quando si tratta di calcio o calcio a 5, discipline tinte quasi esclusivamente d’azzurro. Chissà poi perchè.
In mezzo a tutto questo, però, ci sono tante piccole grande guerriere che ci hanno creduto nonostante tutto e che oggi sono grandi donne capaci di realizzarsi ai massimi livelli tanto nello sport, quanto nella vita. Già, perché alla maggior parte delle ragazze come Amandinha, non basta il futsal per vivere.

Tante lavorano dalla mattina alla sera e corrono all’allenamento con il borsone nel portabagagli dall’alba e un panino mangiato in fretta in pausa pranzo; tante altre studiano o sono laureate, consapevoli del fatto che il calcio a 5 – per orari e impegno richiesto sia anche un lavoro – ma spesso non basti a pagare affitto e bollette. Non vedono l’ora che esca il calendario per cercare di incastrare nel miglior modo possibile le date della sessione d’esame.

Tante, infine, sono anche mamme. Quando segnano un gol, alzano la maglia del club e ne mostrano un’altra con la foto del figlio, cui hanno cambiato il pannolino poco prima di entrare in campo per il riscaldamento.
Questa è la vita che va ben oltre le 4 pareti di una cucina, delle campionesse di cui parliamo tutti i giorni. E vogliamo semplicemente dire loro che per un Fernando Moreira che insulta, ci sono mille persone come noi che applaudono e ringraziano, riconoscenti.

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