Generazione di Talenti

Generazione di Talenti – Lara Moretti

Lara Moretti

Dopo aver conosciuto alcuni tecnici e manager che si stanno prodigando per la crescita dei settori giovanili femminili di futsal, iniziamo a conoscere alcune delle protagoniste. Di queste giovani atlete che cercano di sfruttare i pochi spazi a loro concessi per giocare e sognare. Il primo incontro ho reputato giusto farlo con una ragazza che lo scorso anno si è vista precludere la possibilità di vestire la maglia azzurra per un bruttissimo infortunio. Ma non ha mai mollato. Ha diviso il suo tempo tra scuola e studio fisioterapico per farsi trovare pronta a settembre per l’inizio della nuova stagione e per tornare a sognare quella convocazione. Lei si chiama Lara Moretti e gioca nella società in cui è nata e cresciuta: l’FB5!

Lara intanto fatti conoscere. Parlaci di come è nata questa tua passione per il futsal e come riesci a gestire il tuo tempo tra studio, calcio a 5 e vita privata:

Inizialmente i miei non erano felici di questa mia passione perché erano orientati più verso altri sport che giá praticavo. All’età di otto anni però, mi sono avvicinata al calcio nonostante l’avversione dei miei genitori ed ho scoperto in seguito che in fondo non ero l’unica in famiglia… mia mamma negli anni ottanta era stata tra le prime giocatrici del calcio a 5 femminile. Ho cominciato a giocare da sola sui campetti del tennis club Lanciani, provavo e riprovavo le finte fino a quando hanno creato una squadra maschile e mi sono unita a loro. Ho sempre pensato che la base dello sport in generale sia il divertimento e considero ancora oggi questo un fattore fondamentale, perciò giocavo senza particolari ambizioni pur partecipando al campionato della categoria superiore alla mia. Mi allenava Sandra Sussa che mi ha fatto conoscere Bracci, l’Fb5 e la mia attuale allenatrice (Beatrice Varí), perciò quando è stato costruito il Palalevante due anni dopo ho deciso di trasferirmi lì e ora sono 9 anni che gioco a calcio a 5. In quegli anni ho anche provato a giocare a calcio a 11 con la Roma e lì ho capito che sono due sport completamenti diversi. La velocità del campo piccolo ha avuto la meglio. Mentre rispondo sono sul lettino della fisioterapia perché il lungo percorso di riabilitazione non è ancora finito. Quindi, quando non dedico il mio tempo al crociato, sono sempre sul campo o per allenare le ragazze della scuola calcio della mia società o in veste di giocatrice. Per fortuna non ho problemi con lo studio e il liceo scientifico sportivo che frequento accompagna il mio percorso sportivo. Frequento un corso di lingue a scuola quando non mi alleno. Purtroppo però resta poco tempo per me ma appena ho uno spazio libero provo a organizzare qualcosa per uscire e divertirmi fuori dal rettangolo di gioco.

Lara Moretti

L’anno scorso appena nata la Nazionale under 17, gli addetti ai lavori ti indicavano come una protagonista insieme ad altre atlete del calibro di Grieco, Barca, Lauri, ecc. Proprio al momento di essere convocata arriva l’infortunio. Poi in Portogallo ci sei andata lo stesso a tifare! Raccontaci di questa esperienza.

Con la mia famiglia era qualche anno che parlavamo di andare in vacanza in Portogallo e l’altr’anno ci si é presentata l’occasione per unire i due obiettivi. Inizialmente dovevamo andare solo a vedere una partita, ma una volta sul posto il richiamo del campo é stato così forte da vederle tutte. Se devo essere sincera avrei avuto voglia anche io di scendere in campo, ma ero consapevole di non essere ancora pronta. Vedere indossare quella maglia a delle ragazze mie coetanee e amiche é stata un’emozione bellissima  perché lo ritengo un forte esempio di crescita del movimento. Basti pensare che sette anni fa non esistevano campionati giovanili e poi la maglia azzurra è sempre un’emozione. Purtroppo si é vista la differenza tra l’esperienza della nostra squadra appena formata e quella delle altre nazioni. Penso sia stata comunque una bella esperienza di confronto per le ragazze.

Lara Moretti

Quest’anno, oltre alla juniores, il patron Francesco Bracci ti sta dando degli spazi anche in serie A. Come ti trovi e soprattutto che differenze noti rispetto al settore giovanile.

Le ragazze della serie A le conosco fin da quando avevo 10 anni. Il loro é un gruppo consolidato nel tempo e sto cercando di trovare nel loro gioco il mio posto. É sempre un’esperienza di crescita giocare con loro. Purtroppo nei campionati giovanili c’è ancora un’importante differenza tra le squadre partecipanti. Nonostante questo dislivello stia man mano scomparendo non si può fare un confronto generale tra le due categorie. Le squadre con più esperienza e di maggiore livello secondo me non hanno molto da invidiare alle squadre di serie A se non un’indubbia maggiore velocità di gioco.

Lara Moretti

Tu sei una persona molto riservata. Non sei presente nei social con insistenza, non intervieni con post con affermazioni o giudizi. Però so con certezza che hai le idee molto chiare sul futsal. Allora ti voglio estorcere cosa pensi dell’attuale situazione del settore femminile e del giovanile in particolare.

Come hai appena detto, cerco sempre di trattenere giudizi troppo estremi e soprattutto di esprimerli sui social, però ricordo bene un mio pensiero estivo: una sera giocavano sia la nazionale femminile di calcio a 5 che quella maschile di calcio e la presenza di pubblico era evidentemente diversa. Purtroppo tra questi due sport e tra il femminile e il maschile la differenza é ancora troppa. Ci stiamo avvicinando sempre di più a una parità, ma si può vedere su qualsiasi giornale o comunque realtà sportiva che alle ragazze è sempre lasciato un piccolo spazio rispetto ai maschi. Questo significa che le bambine che vorranno giocare a calcio dovranno ancora sentirsi dire che è uno sport da maschi e magari non giocheranno mai per paura dei giudizi altrui. Nonostante sia giovane ho conosciuto molte persone che mi hanno raccontato storie di questo genere. Penso anche che stiamo dimostrando che cosi non è e che superate ovvie differenze dovute al fisico e alle capacità di genere, anche noi siamo in grado di dare spettacolo e rendere bello e divertente questo sport per chi lo guarda. Qualche giorno fa ho letto da qualche parte “noi siamo il femminile” e penso che dobbiamo essere felici di esserlo perché forse è proprio questa differenza che ci salva (almeno in parte) ancora dal diventare un business economico per le società e fa si che il motivo principale per il quale giochiamo sia ancora la nostra passione. Qualche anno fa non esisteva una nazionale femminile e se ora c’è è grazie a tante persone che hanno sognato e combattuto perché si realizzasse. Se noi abbiamo questa fortuna è solo per loro. Soprattutto attraverso il giovanile che è il futuro dobbiamo continuare a lavorare per ottenere nuovi traguardi. Spero che riusciremo a raggiungerli senza scordarci i motivi per il quale tutti abbiamo iniziato a giocare.

Grazie Lara di averci dedicato del tempo e ti auguro un sincero in bocca al lupo perché tu possa coronare tutti i tuoi sogni sportivi e non.

 

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