“La scherma è uno degli sport tra i più antichi e belli che l’uomo abbia inventato per sentirsi re e qualche volta eroe” scriveva Gianni Brera molti anni fa. E come dargli torto, io che quegli eroi me li trovai davanti non appena, con un sentimento di timidezza misto ad orgoglio, aprii la porta del Circolo Scherma Fides di Livorno.

Entrando, infatti, ti dava, e dà ancora oggi, il benvenuto la foto rigorosamente in bianco e nero di 4 atleti con una medaglia d’oro al collo. Sono Mario Tullio Montano, Rolando Rigoli, Mario Aldo Montano e Michele Maffei che, nel 1972, vinsero la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Monaco. I primi tre livornesi e tutti atleti del Fides.

Ne restai colpito in un senso di inadeguatezza e ammirazione, alla tenera età di soli 10 anni.

Ma io al Fides ci arrivai quasi per caso, perché non ne conoscevo bene la storia, eppure la scherma per me era già un sogno. Mio nonno era stato infatti, e lo diceva con orgoglio, un Ufficiale dell’Esercito Italiano Maestro di Scherma, e di questa cosa lui ne faceva un vanto, ed io con lui.

Ebbene mesi dopo mesi mi trovai a scoprire che uno di quei campioni olimpici, Rigoli, era diventato il mio maestro di scherma. A suon di lezioni, preparazione atletica e disciplina capii cosa significasse fare scherma per diventare anche io un “eroe” come lui!

Sulle pedane vicine un pacato Mario Curletto dava lezioni di fioretto. Anche Mario era stato atleta olimpico, affermato arbitro in campo mondiale e membro della Commissione arbitrale della Federazione.

Insieme a me, ma lo scoprii solo con il passare dei giorni, si allenava un certo Aldo Montano che, guarda caso, era il figlio di Mario Aldo della foto, nipote di Aldo “Senior” anche lui campione olimpico.

Insomma si respirava aria di medaglie ma allo stesso tempo la nostra sala era una vera palestra di vita. Campioni che, smessi i gloriosi panni dell’atleta, avevano deciso di mettersi al servizio dello sport per tramandare le loro conoscenze e far crescere nuovi atleti. E il sudore che si versava tra le pedane era ben rappresentato dalle numerose divise da scherma appese ad ogni angolo della palestra.

I giovani si incontravano con i più grandi e ogni assalto era un modo per imparare qualcosa di nuovo e cercare di emulare chi già aveva riportato qualche trofeo. Intanto si alternavano anche periodi in cui la nazionale di fioretto si ritrovava al Fides per gli allenamenti collegiali in vista delle gare di coppa del mondo.

E tra quelli figurava Angelo Scuri, medaglia d’oro con il fioretto a squadre a Los Angeles ’84. E nello spogliatoio, io ancora ragazzino speranzoso e ammaliato da questi campioni, ebbi l’onore e il privilegio di conoscere Mauro Numa e l’attuale CT del fioretto Andrea Cipressa.

Qualche anno più tardi, già adolescente, io con Aldo Montano e Nicola Zanotti (adesso uno dei maestri della Nazionale di Sciabola) ci ritrovammo ad essere allenati dal 4 volte campione olimpico di Sciabola, il russo Viktor Sidiak. Nel frattempo un giovane Emanuele Zanotti (fratello di Nicola) arbitrava i campionati mondiali di scherma e successivamente entrava in commissione arbitrale. Nel fioretto intanto emergevano Marco Vannini (ora maestro di una palestra tutta sua a Livorno e della sezione Fiamme Oro) e Giuseppe Pierucci (adesso Maestro di Fioretto al Fides che sta già mietendo successi importanti nel settore Under 14).

I fine settimana, il sabato e la domenica della scherma, sono stati certamente costellati dai tanti successi degli atleti del blasonato Fides in Italia e all’estero. La mia attività agonistica, quella seria, finiva di lì a poco per dare seguito ad altre scelte di vita… ma nel frattempo stavano crescendo valorosi atleti di oggi come Irene Vecchi e Andrea Baldini che hanno continuato e continuano nel solco tracciato per un Circolo Scherna Fides ancora sul tetto più alto del mondo “ogni maledetta Domenica”!

Tra eroi e miti della scherma al Fides Livorno
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