Scherma

I campioni di Rio 2016: intervista a Beatrice Vio

Tutti quelli che la conoscono e coloro che entrano in contatto con lei non fanno che ripeterlo : Beatrice Vio è una forza della natura! Indiscussa campionessa internazionale nella scherma paralimpica, Bebe (come è conosciuta da tutti) è molto attiva anche nel campo della prevenzione e dell’aiuto ai ragazzi amputati, insieme all’associazione art4sport.
Dopo il successo di Rio 2016, dove ha conquistato un emozionante oro individuale e un bronzo a squadre, entrambi nella specialità del Fioretto, ho avuto la fortuna di intervistarla: vi lascio alla nostra lunga chiacchierata.

Claudia: Bebe, questa è stata la tua prima Paralimpiade e non si può negare che ti abbia regalato più di una soddisfazione. Come hai vissuto questa esperienza? Ti aspettavi tanti successi quando sei arrivata a Rio?
Bebe: E’ stata un’esperienza pazzesca, ho vissuto ogni secondo all’ennesima potenza! Sono partita dicendomi di dare il massimo e così ho fatto. È difficile aspettarsi qualcosa, so di aver fatto il meglio che potevo e questa è la soddisfazione più grande.

C: La tua medaglia d’oro nel Fioretto individuale ci ha tenuti incollati allo schermo! Al termine dell’assalto apparivi davvero emozionatissima: c’è stato un momento dell’assalto in cui ti sei detta “ce l’ho fatta!”?
B: Bè, la gara non è finita finchè non si tira la stoccata decisiva, basta vedere quella a squadre in cui la situazione si è ribaltata in un attimo. Dopo l’ultima stoccata so di aver urlato tantissimo (riguardando un video mi sono resa conto di aver gridato anche più di quello che credevo…praticamente non finivo più!) e di aver pianto per l’intero palazzetto! Insomma non ho capito più niente, dopo un po’ ho addirittura chiesto a che risultato era finita perché non lo sapevo!

C: Ti andrebbe di riassumerci le emozioni della tua gara individuale? Hai letteralmente dominato gli assalti: ti sentivi sicura o, dentro di te, l’adrenalina è rimasta comunque a mille per tutto il tempo?
B: Ad ogni assalto l’adrenalina aumentava! La tensione era tantissima ma in quei momenti devi cercare di mantenere la concentrazione ai massimi livelli, non devi distrarti neanche un attimo!

C: Dopo la soddisfazione individuale, anche la gara a squadre non è stata da meno: avete conquistato un bronzo entusiasmante. Quanto cambiano, emotivamente, le dinamiche di un assalto a squadre rispetto a uno individuale?
B: In una gara individuale sei da solo e quindi sai che sei solo tu che puoi gestire la situazione. In una gara a squadre, invece, devi riuscire proprio a “fare squadra”, dev’esserci un feeling particolare tra te e le tue compagne, se si rompe l’armonia è la fine! Anche se non sei in pedana mentre stanno tirando le tue compagne è come lo fossi perché la tensione e la concentrazione sono le stesse.

C: Tu e le tue compagne di squadra apparite estremamente affiatate: quanto conta, per te, questo aspetto per il risultato finale?
B: Tantissimo! In qualsiasi aspetto della vita se una squadra non è affiatata non va da nessuna parte e lo squaquero team è una squadra fantastica. Sono orgogliosa di farne parte!

C: Al termine della manifestazione sei stata scelta come Portabandiera per la cerimonia di chiusura, bissando così l’esperienza di Londra 2012. È stata una soddisfazione per te?
B: A Londra 2012 avevo partecipato come Tedofora mentre questa volta il Presidente del CIP, Luca Pancalli, ha scelto me come portabandiera. Entrare al Maracanã seguita da tutti gli atleti italiani e sventolando il tricolore fa un certo effetto!! È stata una soddisfazione immensa!

C:Una Paralimpiade, questa, più che positiva per tutto l’ItaliaTeam, che ha portato a casa un medagliere da record. È il segno, secondo te, che in Italia l’attenzione e l’impegno nei confronti dello sport paralimpico sta crescendo?
B: Secondo me sì, finalmente! C’è ancora del lavoro da fare ma siamo sulla buona strada. Londra ha fatto da apripista e Rio l’ha seguita in scia. Il medagliere paralimpico ha avuto un bottino più sostanzioso di quello olimpico, questo dovrebbe bastare!

C: Dulcis in fundo, hai vinto anche il premio della Fondazione Agnelli, destinato alla medaglia più emozionante dei Giochi secondo il pubblico. Ti ha fatto piacere?
B: Tantissimo, è un onore che tante persone abbiamo definito la mia medaglia come quella più emozionante delle Paralimpiadi. In quella gara, come sempre, ho messo anima e cuore e sapere che questo è arrivato a tanti significa davvero molto per me.

Intervista Beatrice Vio

C: Hai scelto di devolvere il premio all’associazione di cui fai parte, Art4Sport. Vuoi parlarci delle attività che svolgete?
B: art4sport è l’Associazione ONLUS che abbiamo creato insieme ai miei genitori dopo la mia malattia. Lo scopo di art4sport è quello di aiutare bambini e ragazzi amputati a fare sport fornendo ausili, protesi, attrezzature e tutto ciò che è di cui hanno bisogno per praticare un’attività sportiva. Ad oggi l’Associazione conta al suo interno 18 ragazzi che formano l’art4sport team e che praticano un sacco di discipline: scherma in carrozzina, canoa, tiro con l’arco, basket in carrozzina, calcio amputati, nuoto, wushu, equitazione, atletica etc.

C: Una delle vittorie più importanti di queste Paralimpiadi è stata quella di aver spinto molti disabili a chiedere informazioni sulle attività sportive. Cosa consiglieresti ad un ragazzo alle prese con una disabilità che è titubante all’idea di intraprendere l’avventura sportiva?
B: Di buttarsi e di provare lo sport che desidera fare!! Lo sport migliora la vita di tutti, disabili e normodotati!

C: Quanto è importante, secondo te, il ruolo dello sport nel riappropriarsi della quotidianità dopo un incidente o una malattia?
B: Tantissimo! Ti aiuta a socializzare, a credere in te stesso e a porti degli obiettivi per migliorarti poi sempre di più! È un elemento fondamentale della mia vita e vorrei che lo fosse anche per molte altre persone! E poi, scusate, come non citare il nostro slogan di art4sport: Lo sport come terapia, noi ci crediamo!

C: Recentemente hai posato per la fotografa Anne Geddes nella pregevole campagna di prevenzione della meningite: quanto è importante per te informare e prendere una posizione su questi argomenti?
B: È fondamentale! Lancio un messaggio forte e chiaro: vaccinatevi e vaccinate i vostri bambini! Purtroppo in Italia la percentuale di persone che non ricorre alla vaccinazione sta aumentando e questa tendenza, a lungo andare, potrebbe portare a conseguenze piuttosto serie. Basta un dato per argomentare il mio messaggio: purtroppo sopravvive solo il 4% delle persone colpite da una meningite fulminante.

C: Infine, è al via una nuova stagione agonistica: cosa ti aspetti dal nuovo anno di gare?
B: Mi aspetto di continuare su questa strada con alle spalle il fantastico team che mi supporta in tutto!

C: Grazie per aver accettato di chiacchierare con noi e complimenti per i tuoi successi e per la tua carica positiva!
B: Grazie a voi, è stato un piacere!

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

To Top