Marco e Daniel, la coppia del gol, giovani e folli. Vai tutti i giorni in TV, rilasci intervisti e catalizzi l’attenzione di televisione e giornali. Li tieni al riparo della pressione dei media, sorridi e stringi mani. Ti rivogli agli imprenditori locali e chiedi che stiano vicini alla società, accusi una dirigenza lontana di avervi abbandonato, parli di promozione e di Serie B. Qualche mese fa avrebbero depennato i tuoi discorsi come le farneticazioni di un folle, ma ora, lì in testa la girone B tutti ti prendono dannatamente sul serio.
Dentro di te li odi, sai che alla prima sconfitta ti piomberanno addosso, per lacerarti le carni. In città non si parla d’altro. Alla tredicesima di campionato i vostri punti di vantaggio sulla seconda sono sei, c’è il tutto esaurito per vedervi giocare contro il Pescara. “Miracolo di provincia”, come il Castel di Sangro prima di voi, ma tu odi le etichette. In conferenza stampa spari ad alzo zero, “cialtroni”, apostrofi i giornalisti presenti, quelli che vi lodano ora sono gli stessi che solo qualche settimana fa scrivevano che le vostre vittorie erano frutto dell’incapacità altrui e di una fortuna senza precedenti. Mirko prende quegli stessi articoli e ci tappezza lo spogliatoio, li legge alla squadra prima di scendere in campo contro la corazzata biancazzurra. 2-0. Parolo e Pacheco, uno per tempo. Intensità ed equilibri, giocate un football spettacolare, raddoppiate sfruttando il vostro pressing alto, la palla corre veloce all’esterno destro che salta il dirimpettaio, l’omino delle bibite, il fotografo e la palla viaggia in profondità, Pacheco sulla corsa, stop a seguire, due passi e la palla nell’angolo basso con il portiere avversario immobile. Salti dalla panchina in occasione dei gol, punti il dito verso la tribuna e poi verso il campo, i tuoi ragazzi lì stanno scrivendo la storia del club.
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